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Carabinieri alla Consip: acquisiti atti sul maxi-appalto da 2,7 miliardi

Davide Di Santo
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L'indagine sugli appalti Consip va avanti e si allarga a nuove gare. L'accusa di aver falsificato prove a carico del capitano del Noe Giampaolo Scafarto, responsabile delle investigazioni, non ferma la procura di Roma che anzi delega una nuova serie di controlli e acquisizioni di documenti nella sede Consip. Oggi e nei prossimi giorni i carabinieri del nucleo investigativo di Roma e la Guardia di Finanza di Napoli saranno a lavoro nella sede della centrale acquisti della pubblica amministrazione. Inquirenti nella sede romana della società Al centro delle nuove verifiche carte e verbali della gara di "facility management" (servizi per la Pa) denominata FM4, già cuore dell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'imprenditore Alfredo Romeo. La gara, del valore di 2,7 miliardi, venne bandita nel 2014 e suddivisa in 18 lotti, alcuni dei quali puntava ad aggiudicarsi Romeo. L'imprenditore prese parte alla gara per il lotto da 143 milioni di euro per l'affidamento di servizi in una serie di palazzi istituzionali a Roma, che andavano dalla pulizia alla manutenzione degli uffici. L'obiettivo di chi indaga è passare al setaccio le procedure seguite in altri lotti di gara, sui quali lo stesso Romeo aveva denunciato una serie di irregolarità in un esposto presentato in Consip, Anac, Antitrust e procura di Napoli, mesi prima di finire in manette con l'accusa di corruzione. Nuovo interrogatorio per Gasparri L'altra mossa dei magistrati Paolo Ielo e Mario Palazzi, titolari dell'indagine di Piazzale Clodio, è la richiesta di effettuare un nuovo interrogatorio a carico del dirigente consip Marco Gasparri. In questo caso si tratterà di un "incidente probatorio" per "cristallizzare" le affermazioni del manager, sulle quali si basano, tra l'altro, tutte le accuse all'imprenditore Alfredo Romeo. Secondo quanto detto da Marco Gasparri ai pm, per vincere le gare alle quali puntava, Romeo avrebbe corrotto il dirigente con 100mila euro in tre anni, affinché gli desse una serie di informazioni indispensabili per avere la meglio sugli altri partecipanti. Entrambi rispondono dall'accusa di corruzione. Un sistema quello di Romeo nel quale, secondo la ricostruzione di Gasparri, l'imprenditore riteneva indispensabile pagare, poiché, a suo dire, tutti lo facevano. Le denunce di Romeo La Romeo Gestioni presentò nel 2016 una lettera di denuncia in Consip, dopo aver perso appalti importanti che gestiva da 16 anni. Nel documento si denunciavano una serie di "dubbi procedurali" e l'eventualità che nel sistema degli appalti Consip ci fosse "un cartello permanente di controllo del mercato" costituito dai grandi gruppi. L'esposto, nel quale si evidenziavano una serie di presunte irregolarità è diventato parte della memoria presentata dall'imprenditore ai magistrati romani dopo il suo arresto, avvenuto il 1 marzo scorso.

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