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Tiziana Cantone, sei archiviati. Il gip: indagare su Facebook. La madre: colpa dei magistrati

Tiziana Cantone

Davide Di Santo
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È stata archiviata dal gip di Napoli la posizione dei cinque indagati per la diffusione dei video e delle foto hard di Tiziana Cantone, la 31enne che lo scorso 13 settembre si è tolta la vita a Mugnano, in provincia di Napoli. Il gip ha accolto la richiesta della Procura di Napoli, che aveva aperto un fascicolo a seguito dell'esposto presentato dalla 31enne nel quale indicava i nomi delle persone che avrebbero ricevuto da lei il materiale fotografico e i video che hanno poi avuto ampia diffusione sul web e dei quali chiedeva la rimozione. La Procura di Napoli aprì un fascicolo nel quale ipotizzava il reato di diffamazione, iscrivendo nel registro degli indagati i cinque nomi quale atto dovuto alla luce dell'esposto presentato. Contestualmente alla richiesta di archiviazione per gli indagati, la Procura ha aperto un ulteriore fascicolo nel quale ipotizza il reato di calunnia nei confronti di Sergio Di Palo, l'ex fidanzato di Tiziana Cantone, che secondo i pm avrebbe spinto la stessa Tiziana a presentare l'esposto indicando i 5 come responsabili della diffusione dei video. "Sono molto amareggiata, se mia figlia è morta la colpa è dei magistrati che non hanno fatto il loro dovere", è lo sfogo carico di amarezza di Teresa Giglio, la madre di Tiziana Cantone dopo l'archiviazione degli indagati.  Il gip di Napoli Tommaso Perrella contestualmente all'archiviazione ha disposto un supplemento di indagine chiedendo alla Procura di verificare eventuali responsabilità del legale rappresentante di Facebook Italia. "Non cerchiamo un capro espiatorio - ha fatto sapere Giuseppe Marazzita, legale della madre della Cantone - ma di certo la diffamazione ai danni di Tiziana c'è stata ed è una delle cause del suo gesto".

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