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Alatri, gli indagati sono nove. Oscurata una pagina Facebook che oltraggiava Morganti

Davide Di Santo
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Le indagini per l'omicidio di Emanuele Morganti proseguono senza sosta neanche di domenica. I carabinieri stanno interrogando molte persone, anche semplici spettatori di quello che poi si è  rivelato un pestaggio mortale. A finire in carcere per la morte del 20enne di Alatri sono stati Mario Castagnacci e Paolo Palmisano, rinchiusi nel carcere romano di Regina Coeli con l'accusa di omicidio volontario. Sette, invece, (come detto fin dal primo giorno) gli indagati a piede libero per il reato di rissa. Si tratta di Franco Castagnacci, padre di Mario, di Patrizio Palmisani, fratello di Paolo, di quattro buttafuori della discoteca Mirò e del giovane che ha dato vita alla rissa all'interno del locale notturno che poi ha portato i buttafuori a prelevare Emanuele con la forza e a trascinarlo prima in un angolo dove è stato picchiato e poi tra le proteste del ragazzo, condotto fuori dove è  stato nuovamente aggredito e finito a colpi di manganello. Domani il procuratore capo di Frosinone Giuseppe De Falco unitamente ai magistrati Adolfo Coletta e Vittorio Misiti ascolteranno gli indagati. Troppi lati oscuri in questa vicenda che ieri sera dopo i funerali dello sfortunato Emanuele, ha avuto un epilogo deplorevole. Mani ignote hanno aperto sul social Facebook una pagina fake a nome di "Emanuele Morganti spacciatore" e l'hanno inserita nella categoria animali. Immediata la denuncia dei famigliari e nel giro di poche ore la pagina è stato oscurata dalla polizia postale.

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