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Rifiuta il velo e viene rasata: quattordicenne tolta ai genitori a Bologna

Silvia Sfregola
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I capelli rasati a zero dalla madre per aver rifiutato di indossare il velo islamico. È successo a Bologna a una ragazza di 14 anni originaria del Bangladesh. A denunciare l'episodio è stata la preside della scuola pubblica dove l'adolescente frequenta la terza media, che si era sfogata con alcuni insegnanti. Nel pomeriggio i servizi sociali del Comune hanno allontanato l'adolescente e le sue due sorelle maggiori dai genitori, affidandole a una struttura protetta. Con i genitori della giovane non si è schierata neanche l'Ucoii, l'unione delle comunità islamiche italiane. «Pur nel rispetto della nostra cultura e della nostra religione - ha commentato il presidente Izzeddin Elzir, imam di Firenze - crediamo peró che la scelta del velo debba restare tale: una scelta. Siamo vicini alla giovane ragazza bolognese. La fede è più forte di un indumento, obbligare al velo non ha nulla di religioso». È sbagliato però, ha precisato, «additare la famiglia d'origine della giovane, cavalcando quella vulgata che oggi crede che tutte le donne islamiche siano costrette al velo. Non è così. Noi dell'Ucoii crediamo di dover tutelare tanto chi oggi liberamente sceglie di portare il velo tanto quanto chi oggi decide di non indossarlo più. L'Islam rispetta profondamente la donna e la sua autodeterminazione. Ecco perchè siamo i primi a stringerci attorno alla piccola ragazza bolognese». La vicenda ha scosso la politica in maniera trasversale: «Penso che tutti noi, che siamo padri e madri, immaginiamo quanto possa essere dolorosa questa scelta ma è doveroso dire che si tratta di una scelta giusta. Bravo il Sindaco, bravi i giudici minorili ed ordinari di Bologna, bravi i servizi sociali. Perché in Italia siamo per l'accoglienza ma non c'è accoglienza senza il rispetto della legge e dei principi. E questo deve valere per tutti», ha scritto su Facebook Matteo Renzi. Per Gianni Alemanno la vicenda è «sconcertante» e restituisce «l'esatta fotografia di quanto una parte del mondo musulmano presente in Italia non abbia alcuna intenzione di integrarsi con la nostra cultura». Quanto accaduto, sottolinea, è «inaccettabile» e di una «violenza inaudita»: «Non mi stancherò mai - ha ribadito l'ex sindaco di Roma - di ripetere che chi viene in Italia deve rispettare le nostre leggi, la nostra Costituzione e non deve usare la violenza per reprimere il desiderio di integrazione delle nuove generazioni». «È intollerabile la violenza psicologia reiterata che la giovane ragazza ha dovuto subire da parte dei genitori - ha affermato Mara Carfagna, parlamentare di Forza Italia -. Anche se amareggia vedere dei minori allontanati dalla propria famiglia ci auguriamo che tutto questo serva a far comprendere che l'imposizione ferrea di regole e tradizioni estranee al luogo in cui si è scelto di vivere non porta mai risultati positivi». «È questa l'integrazione degli islamici che vivono in Italia - ha sentenziato Daniela Santanchè di Forza Italia -, ma questo di Bologna non è il primo caso, né sarà l'ultimo, di violenza famigliare ai danni di giovani che vengono puniti, o peggio uccisi, dai loro genitori perché hanno come unico desiderio quello di integrarsi e vivere una vita normale senza sottomettersi a leggi arcaiche che troppo spesso puniscono sempre giovani donne». La madre e il padre della ragazza sono stati sentiti dai carabinieri del capoluogo emiliano, che stanno indagando per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. Del caso si stanno occupando la Procura di Bologna e la Procura del Tribunale per i Minorenni, con i magistrati Gabriella Maria Tavano e Silvia Marzocchi.

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