Droga e rapine, blitz della polizia contro gli ultrà dell'Atalanta: arresti e daspo
Ultras dell'Atalanta, italiani e stranieri, dediti allo spaccio di cocaina, marjuana e hashish all'interno della tifoseria, ma non solo. In provincia di Bergamo è in corso un'operazione di polizia nei confronti di 26 persone, tra cui un cittadino albanese e uno serbo, quasi tutti supporter della squadra bergamasca, destinatari di diverse misure cautelari. Sono ritenuti responsabili a vario titolo di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Tra gli indagati anche un 73enne e un 63enne. Tra gli arrestati, 11 sono stati portati in carcere. Per gli altri sono scattate altre misure, tra arresti domiciliari, obbligo di dimora e obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Tra gli indagati c'è anche il figlio di un magistrato. Secondo la ricostruzione degli investigatori, lo spaccio avveniva prevalentemente in due bar poco lontani dallo stadio di Bergamo. I tifosi vendevano e consumavano la droga per caricarsi in vista della partita o prima degli scontri con le forze dell'ordine. Lo spaccio riguardava soprattutto la cocaina, ma nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche 10 kg di marjiuana e 4 kg di hashish. Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è contestato per gli scontri nel centro di Bergamo dopo la partita Atalanta - Inter del gennaio 2016. Il nome dell'operazione, "Mai una gioia", deriva da un'espressione usata come intercalare dagli indagati che, intercettati al telefono, la usavano per lamentarsi dei loro problemi.