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Dj Fabo, venerdì l'addio in chiesa a Milano

La Curia autorizza la cerimonia di preghiera. Il presidente dell'associazione "Coscioni": "Dieci anni fa il Vaticano chiuse le porte in faccia a Welby"

Silvia Sfregola
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La parrocchia di Sant'Ildefonso in piazza Damiano Chiesa, nel quartiere della Vecchia Fiera di Milano, dove Fabiano Antoniani è cresciuto, venerdì sera aprirà le porte ai suoi familiari e amici e a chiunque voglia dirgli addio. "Sarà un momento di preghiera e non un funerale", tiene a precisare il parroco, don Antonio Suighi, ma la portata innovativa del gesto non può sfuggire. Dieci anni fa, infatti, l'allora vicario generale della Diocesi di Roma, il cardinal Camillo Ruini, si era opposto a qualsiasi tipo di cerimonia religiosa per ricordare Piergiorgio Welby, morto dopo una lunga battaglia per ottenere che venissero sospese le cure che lo tenevano in vita. Adesso, invece, la richiesta della mamma di dj Fabo, che desiderava ricordare il figlio insieme alla comunità che lo ha visto crescere, è stata esaudita. A dare l'annuncio è stata la compagna di Fabiano, Valeria Imbogno, su Facebook. Il post è stato subito condiviso dal tesoriere dell'associazione "Luca Coscioni", Marco Cappato, che sabato scorso ha accompagnato in auto dj Fabo nella clinica vicino a Zurigo dove ha scelto di morire. "Per chi vorrà salutare e ringraziare Fabo, ci vediamo venerdì", ha aggiunto Cappato. Fabiano, che ha voluto mettere fine a anni di sofferenze grazie al suicidio assistito, voleva essere cremato e ha chiesto che le sue ceneri vengano sparse in India, dove ha vissuto per diversi anni. Ma prima di compiere quest'ultimo viaggio, la sua Milano potrà dirgli addio a pochi passi dalla casa della sua infanzia, in via Gattamelata. "Non è una cosa insolita, anche qualche settimana fa abbiamo fatto un incontro di preghiera per un giovane morto in un incidente stradale", ha spiegato il parroco don Antonio Suighi, che non conosceva Fabiano perché è entrato in "servizio" nella parrocchia a pochi passi dalla vecchia Fiera solo da una decina d'anni, quando ormai la famiglia Antoniani non abitava più lì. "È stata una richiesta della mamma - ha aggiunto - e noi siamo stati contenti di organizzare questo incontro". "Dieci anni fa il Vaticano chiuse le porte in faccia a Welby. Per Fabo, le porte della Chiesa saranno aperte", ha replicato Cappato. Commossa e contenta anche Mina Welby, vedova di Piergiorgio, co-presidente dell'associazione Luca Coscioni. Lei, cattolica praticante, avrebbe voluto che si celebrasse un rito religioso anche per il marito, ma nel 2006 il veto da parte del Vaticano era stato insuperabile. "A Piergiorgio fu negato il funerale religioso", ha ricordato . "Mio marito aveva chiesto l'eutanasia e, anche se lui riuscì a ottenere l'interruzione delle terapie nel pieno rispetto del diritto e della Costituzione, io non riuscii a ricevere la comprensione della Chiesa alla quale avevo chiesto la cerimonia religiosa. Ringrazio personalmente i sacerdoti, come Don Gallo, che mi avevano comunque manifestato la loro solidarietà". "Oggi invece molti illustri rappresentanti della Chiesa hanno espresso la propria compassione e comprensione per il dolore di Fabo - ha aggiunto - e a nome mio e dell'associazione Luca Coscioni non posso che porgere un sincero e profondo ringraziamento per questa apertura che porta con sé un grande valore di umanità e progressismo". "Tanti cittadini si trovano nelle condizioni di Fabo - ha concluso - ed è importante che nessuno di loro si senta abbandonato a se stesso. Per questo ringrazio anche Papa Francesco che grazie al suo esempio illuminante e al suo Giubileo della Misericordia ha avuto un grande effetto sui cuori di tanti ed è riuscito a portare nell'ambito della Chiesa una rinnovata sensibilità verso la comprensione di posizioni non canoniche".

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