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Consip, si indaga sulla fuga di notizie. Domani l'interrogatorio di Romeo

Alfredo Romeo

Davide Di Santo
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Pubblici ufficiali che hanno avuto a che fare con l'inchiesta e che hanno violato il segreto istruttorio, provocando la fuga di notizie. È l'ipotesi su cui sta indagando la procura di Roma, che ha avviato una serie di procedimenti, per il momento contro ignoti. È l'ultimo capitolo dell'inchiesta sugli appalti Consip, nell'ambito della quale è stato arrestato l'imprenditore Alfredo Romeo e risultano indagati Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo Renzi, il ministro Luca Lotti e il generale dei carabinieri Tullio del Sette. Tra Roma e Napoli Il nuovo fascicolo si aggiunge agli altri nella procura capitolina, che lavora alla vicenda insieme a quella partenopea: e nessun attrito c'è tra le due, si sono premurate di assicurare oggi fonti dell'ufficio giudiziario romano. Il lavoro dei pm, dunque, va avanti su più fronti. Ieri la procura di Roma, alla luce della fuga di notizie sull'inchiesta su cui è stato aperto il nuovo filone investigativo, ha revocato le indagini al Noe affidandole al nucleo investigativo dei carabinieri di Roma. "Gli accertamenti fin qui espletati hanno evidenziato che le indagini del procedimento a carico di Alfredo Romeo ed altri sui fatti (poi) di competenza di questa Procura sono state oggetto di ripetute rivelazione di notizie coperte da segreto sia prima che dopo la trasmissione degli atti a questo ufficio, sia verso gli indagati o comunque verso persone coinvolte a vario titolo, sia nei confronti degli organi di informazione", è la spiegazione affidata a una nota. L'interrogatorio di Romeo Oggi è il giorno dell'interrogatorio di garanzia di Alfredo Romeo, recluso nel carcere di Regina Caeli da mercoledì scorso. "Non è vero nulla, sono vittima di una strumentalizzazione che mi sembra solo la conseguenza di un'aspra contesa di natura politica", si era sfogato con i suoi difensori. Il governatore pugliese Emiliano Slitta ancora invece l'audizione, come persona informata sui fatti, di Michele Emiliano. "Hanno rinviato sistematicamente il mio interrogatorio. Non ho nulla da testimoniare contro nessuno, evidentemente non era così urgente", ha detto il governatore pugliese a In 1/2 ora su Rai3. Il candidato alla segreteria Pd dovrebbe parlare con i pm di alcuni sms che scambiò con il ministro Luca Lotti, indagato per rivelazione di segreto, nei quali si sarebbe fatto riferimento a Carlo Russo, imprenditore amico di Tiziano Renzi e ritenuto da chi indaga punto di contatto tra Alfredo Romeo e il padre dell'ex premier. "Io non ho nulla contro Lotti - ha assicurato Emiliano - Siccome molti pensano che questa sia stata una mia iniziativa contro Lotti, vorrei fosse chiarito che se una persona è coinvolta su una questione che ha aspetti giornalistico-giudiziaria, fa bene a raccontare come stanno le cose".

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