IL VERDETTO DELLA CORTE D'APPELLO
Coppia dell'acido, Martina Levato condannata a 20 anni
La seconda corte d'Appello di Milano ha condannato a 20 anni di reclusione Martina Levato per tutte le aggressioni che le sono state contestate. I giudici hanno già applicato la continuazione della pena tra la condanna definitiva a 12 anni per l'agguato a Pietro Barbini e la condanna a 16 anni nel processo per gli altri blitz punitivi ai danni di altri ex fidanzati e riducendo così la pena da 20 a 28 anni. Confermata invece la condanna a 9 anni e 4 mesi per il basista della banda Andrea Magnani. In particolare, i giudici della Corte d'Appello hanno ridotto il cumulo delle pene per i processi per il blitz contro Pietro Barbini e per gli altri agguati, che in totale era di 28 anni, portandolo a 20 anni. Confermate le provvisionali di risarcimento che Martina e il complice Andrea Magnani dovranno versare alle parti lese: un milione a testa per Savi e Barbini, 100 mila euro per le rispettive famiglie, 50 mila euro per Giuliano Carparelli (vero obiettivo dell'aggressione a Savi, che in un altro episodio riuscì a proteggersi con un ombrello), altri 50 mila per Antonio Margarito, che subì un tentativo di evirazione da parte della Levato. Al momento della lettura della sentenza di condanna Martina si è messa a piangere e ha ribadito di non aver preso parte all'aggressione di Stefano Savi, sfigurato perché troppo somigliante a Giuliano Carparelli, che avrebbe avuto un flirt con la ex studentessa della Bocconi. "Non possiamo dirci pienamente soddisfatte - ha detto il suo legale, l'avvocato Alessandra Guarini - le nostre richieste sono state accolte solo parzialmente. Martina è stata l'unica ad assumersi la responsabilità dei fatti tranne uno, quello di Stefano Savi, mentre gli altri si professano ancora oggi estranei ai fatti". Per l'episodio che riguarda Stefano Savi e per l'accusa di associazione a delinquere "ricorreremo in Cassazione", ha proseguito l'avvocato. "Martina ritiene questa condanna ingiusta - ha aggiunto - non si ritiene responsabile dell'aggressione a Stefano Savi. È una sentenza ingiusta non rieduca".