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Effetto igloo e bolla d'aria Ecco come si sono salvati i superstiti dell'hotel Rigopiano

rigopiano

Silvia Sfregola
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Una delle operazioni più incredibili e difficili della sua vita. Così Marco Bini, vice brigadiere del Soccorso alpino della Guardia di finanza, ha recuperato le 6 persone ritrovate ancora vive all'hotel Rigopiano, confermando quello che molti suoi colleghi spiegavano già ieri: mai perdere la speranza, continuare a cercare e "buttare il cuore oltre l'ostacolo", come diceva il capo della Protezione civile. Le sei persone sono state ritrovate oggi nella tarda mattinata, nel vano cucina di un albergo che era stato completamente stravolto dalla slavina di mercoledì scorso: si faceva fatica a capire in quale settore e a quale altezza dell'edificio ci si trovava. I sei "stanno bene, erano in buone condizioni - racconta Bini - non credevano ai loro occhi, ed è stato bellissimo: più che le parole, ha contato la gioia dei loro volti". Per trovarli, i soccorritori hanno provato e provato. Hanno urlato. Hanno sguinzagliato i cani, ma la risposta era il silenzio. La neve attutiva suoni e rumori. Secondo Bini, i sopravvissuti sapevano che qualcuno li cercava, ma non riuscivano a farsi sentire. E' stato anche osservato del fumo, ma non è chiaro se avessero acceso un fuoco o se fosse un principio di incendio, osservato anche in altri settori del Rigopiano. In ogni caso, il vice brigadiere spiega che con le fiamme si rischia di esaurire velocemente l'ossigeno, in una bolla d'aria simile. Difficilmente, poi, questo fuoco avrebbe scaldato. Epperò, continua a spiegare Bini, paradossalmente la neve - con un effetto igloo - aiuta a mantenere un ambiente relativamente caldo, a patto di creare una "sacca d'aria". "In passato abbiamo salvato persone vittime di una slavina senza macerie, che erano all'interno di una sacca e vi erano rimasti per tre ore", dice. Qui a Penne non si conosce l'identità delle vittime, trasportate a Pescara e, forse, anche a L'Aquila. Ciò che è sicuro, per ora, è che tra i primi sei ci sono tre uomini, una donna e - sembra - le sue due figlie. Adesso quel "motore che alimenta i soccorsi", per usare ancora le parole del capo della Protezione civile, gira ancora più veloce. Si spera di trovare altre persone ancora in vita, ripete il vice brigadiere della Guardia di Finanza.

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