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Terremoto, stalle crollate e strage di animali

L'allarme della Coldiretti: aziende isolate da giorni, bestiame schiacciato nelle strutture più fragili ad Amatrice, nelle Marche e in Umbria

Davide Di Santo
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Nei centri già colpiti del terremoto del centro Italia il 24 agosto e a ottobre scorso le forti scosse registrate oggi hanno provocato piccoli crolli. Ma se non risultano finora vittime, c'è da registrare quella che Coldiretti chiama "una nuova strage di animali". "Nelle aree colpite dalle scosse si contano animali morti e feriti per il crollo delle stalle rese più fragili dal peso della neve con molte strutture isolate dove non è possibile garantire l'alimentazione del bestiame", spiega associazione di rappresentanza dell'agricoltura italiana che ha effettuato un monitoraggio sulla base delle segnalazioni giunte dalle zone terremotate. "Una nuova strage di animali in un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini molti dei quali costretti al freddo", spiega Coldiretti. Nel dettaglio "nel Maceratese, a Sarnano sono crollate due stalle con venticinque tra mucche e vitelli e una trentina di pecore, a Gualdo nell'azienda Beccerica sotto le macerie tra morti e feriti sono rimaste circa settanta mucche mentre nell'azienda Lai a crollare è stata la struttura temporanea dove gli animali erano stati sistemati per ripararli dalla bufera di ghiaccio, uccidendo venti tra pecore e agnelli". Solo nelle Marche, precisa l'associazione agricola, "si contano ora seicento mucche e cinquemila pecore al freddo nelle neve senza ripari. Il bilancio è destinato a salire perché molte aziende agricole nelle aree terremotate sono isolate ed irraggiungibili per le persistenti nevicate". Il maltempo ostacola anche le consegne dei mangimi per l'alimentazione degli animali e la raccolta del latte. "Da giorni la cisterna non passa a ritirare il latte perché le strade sono ancora bloccate dalla neve, ed è dunque importante l'intervento annunciato dell'esercito per garantire la circolazione", prosegue Coldiretti. Alcune aziende sono isolate da giorni e non riescono a dare da mangiare al bestiame. Ad Amatrice, "nell'azienda Marco Terribile è crollata la stalla già lesionata mentre quella nuova appena montata e irraggiungibile", comunica Coldiretti. Secondo il monitoraggio dell'associazione di agricoltori appena il 15% delle strutture di protezione degli animali nelle zone terremotate sono state completate fino ad ora e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare "mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse". Sono circa 3mila le aziende agricole nei territori terremotati dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove c'è un'elevata significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali.

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