IL DELITTO A MILANO
Rosanna Belvisi assassinata in casa, il marito confessa: "Sono stato io"
Nel cuore della notte, il 53enne Luigi Messina confessa. "Sono stato io a uccidere mia moglie". Oltre venti le coltellate inferte sul corpo di Rosanna Belvisi, di tre anni più giovane. Prima di lavorare all'Inps, in via Ripamonti, era la custode del palazzo in cui viveva. I due litigavano spesso, e in passato l'uomo aveva già provato ad ucciderla. Ieri mattina, dopo averle tagliato la gola, esce di casa, fa delle compere e gioca alle slot: l'intento è cercare un alibi. Ma lo scontrino dei dolci acquistati in pasticceria non servirà a scagionarlo. Pregiudicato, ex guardia giurata attualmente disoccupato, dopo ore di interrogatorio crolla. E alle 4 indica agli investigatori il luogo dove aveva nascosto il coltello e i vestiti sporchi di sangue. Era stato lui, verso le 15 del pomeriggio, a chiamare i soccorsi. Il movente, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, è la gelosia tra coniugi. "Mi rinfacciava le relazioni extraconiugali", dice Messina al pm Gaetano Ruta e alla squadra mobile di Milano. Quando, a novembre, Rosanna scopre di essere tradita, e che da quella storia con un'altra tre anni fa è nato un bambino, per sedare la lite intervengono le forze dell'ordine. La donna conosce l'indole dell'uomo, che nel 1995 le aveva conficcato un coltello nella schiena, per poi chiamare i soccorsi e dare la stessa versione di ieri: "Sono rientrato a casa, ho trovato la porta aperta e mia moglie sanguinante". Ventidue anni fa Rosanna se l'era cavata con dieci giorni di prognosi, ma ieri la ferocia del marito è letale. "La gogna mediatica è sotto ogni livello di decenza", commenta Battista Belvisi, fratello di Rosanna, confidando di non essere sorpreso dell'esito dell'indagine. I soprusi, psicologici e fisici, sono quotidiani: lo raccontano i vicini e la figlia della coppia, di 25 anni, che non ha assistito al crimine. "Era geloso del tempo che la moglie passava sui social - dichiara il capo della Mobile, Lorenzo Bucossi - La picchiava anche con il bastone della scopa". La ricostruzione del delitto Secondo il racconto di Messina, messo a verbale, ieri i coniugi si svegliano verso le 8.30. Sono tornati il giorno prima da una vacanza in Sicilia, a Pantelleria, dove il fratello della vittima si occupa di un'azienda vinicola. "C'eravamo svegliati bene, abbiamo anche fatto l'amore. Abbiamo fatto colazione. Poi Rosanna ha iniziato a insultarmi, come ormai faceva da mesi, per la mia relazione extraconiugale". La donna, a detta del marito, si stava preparando per stirare la biancheria pulita. "Avevo appena preso il coltello in cucina perché volevo sbucciare un'arancia. Ma la discussione è andata avanti e ricordo solo di essermi trovato in camera da letto con il coltello in mano; all'ennesima offesa nei miei confronti e nei confronti di mio figlio ho perso le staffe e ho cominciato a colpirla ripetutamente". Sono le 11. Rosanna è morta. Messina è ferito a una mano e tampona il taglio con due fazzolettini, poi repertati dalla polizia. Si toglie i vestiti sporchi di sangue, e verso le 12 esce per disfarsi di ciò che potrebbe inchiodarlo. Si allontana di 2 chilometri, verso piazzale Negrelli, e getta il coltello in un tombino e gli indumenti macchiati dentro un sacchetto tra la vegetazione e la spazzatura. Dopodiché cerca di costruirsi un alibi: fa il giro del quartiere, si ferma a parlare con passanti e conoscenti, compra dei pasticcini per pranzo. E, dopo aver giocato alle slot machines, va al supermercato. Non torna a casa fino alle 15, quando come ventidue anni fa chiama il 118 e dice che la moglie è sanguinante. Arriva la polizia, a cui non sfugge un dettaglio: sulla porta d'ingresso non c'è alcun segno di scasso. Sin dall'inizio la tesi è una: la 50enne conosce il suo assassino, e meno di ventiquattro ore dalla prima coltellata il marito confessa e finisce in manette. In casa gli investigatori trovano delle buste di insalata: le compra lui per la moglie, con i 70 euro vinti alle macchinette dopo averle tolto la vita, tentando il depistaggio. Quattro giorni prima in un'altra parte della città, a Baggio, Tiziana Pavani, 55 anni, viene assassinata nel sonno per soldi. Il reoconfesso 32enne Luca Raimondo Marcantelli, con cui la vittima aveva una relazione saltuaria, le ha fracassato il cranio, tentando di far esplodere l'appartamento con il gas per occultare le prove. "Due femminicidi in poche ore è un campanello d'allarme - afferma il questore del capoluogo lombardo Antonio De Iesu - A Milano gli interventi e gli arresti per maltrattamenti in famiglia sono giornalieri. Uscite allo scoperto - è l'appello alle donne - La normativa per proteggervi c'è, i centri antiviolenza esistono, come anche gli ammonimenti del questore che valuto caso per caso. Bisogna anticipare, e non attendere".