CAOS SANITÀ NEL LAZIO

Il bluff del vaccino gratis (ma fra otto mesi)

Antonio Sbraga

Nell'attesa dei «vaccini gratuiti per tutti contro la meningite», annunciati nei giorni scorsi dai nuovi livelli essenziali di assi- stenza promessi dal governo, nel frattempo già ci sono le liste d’attesa. Che continuano a crescere fino a 8 mesi, come le richieste delle vaccinazioni, che nel Lazio «risultano quintuplicate» tra distretti e poliambulatori delle Asl e aumentate del 108% nelle farmacie. «Per la vaccinazione contro meningococco di mio figlio mi hanno appena dato un appuntamento per il prossimo novembre - allarga le braccia un padre sconsolato - mentre per la vaccinazione normale della figlia più piccola mi hanno fissato l'appuntamento per il 28 aprile». Le vaccinazioni sono infatti erogate attraverso le Asl: nei distretti romani ne stanno effettuando con una media di 200 pazienti al giorno, ma non basta a far fronte alla valanga di domande, un vero e proprio «incremento esponenziale delle richieste che risultano quintuplicate negli ultimi giorni», come ha quantificato la stessa Regione. Dalla quale però assicurano la disponibilità di una scorta «nelle Asl di oltre 23mila dosi di vaccini». Ma poi l’erogazione deve fare i conti con i normali orari d’apertura di distretti e poliambulatori e le loro generalmente lunghe liste d’attesa, che diventano debordanti in tempi di allarmismi, alimentati da una sorta di psicosi-meningite tra i genitori, anche quelli che prima non volevano far immunizzare i figli neanche contro il morbillo. Una fobia che si è riversata anche nelle farmacie, nonostante le ricette quasi esclusivamente a carico dei pazienti, con costi che vanno dagli 80 ai 100 euro. In tutta Italia le richieste in farmacia per i vaccini contro la meningite nel 2016 sono salite del 77% rispetto all’anno precedente, quantificano i dati di «QuintilesIMS», secondo cui gli aumenti maggiori si sono avuti proprio nel Lazio (seconda Regione do- po la Lombardia), «dove le richieste in farmacia sono cresciute del 108% arrivando alle 3.567 confezioni vendute tra gennaio e ottobre 2016». Mancano i dati degli ultimi mesi, proprio quelli del boom delle richieste e degli assalti nel- le farmacie. Nelle quali iniziano a scarseggiare i vaccini, ma «solo perché le aziende produttrici in questi casi danno una corsia preferenziale ad Asl e ospedali», come ha spiegato Carlo Signorelli, past president della Società italiana di igiene e medicina preventiva (Siti) e ordinario di Igiene all’Università di Parma. Il quale ha lanciato un appello «a Ministero e Regione, che dovrebbero definire con chiarezza le categorie per le quali la vaccinazione è prioritariamente indicata, in modo da non creare un assalto ingiustificato, e come Siti riteniamo che la fascia su cui concentrarsi sia principalmente quella degli adolescenti fra 12 e 14 anni. Per quanto riguarda gli adulti vanno vaccinati solo in presenza di un focolaio epidemico particolare o a rischio. Tutti gli altri non hanno ragione per vaccinarsi e, se poi proprio lo vogliono, lo facciano privatamente». La Regione, però, tende a tranquillizzare: «Nel Lazio, come già confermato dalle associazioni dei medici, non esiste alcun al- larme, infatti nel 2016 non sussistono incrementi di casi di meningite rispetto al periodo precedente (2001-2015), ma anzi rispetto al 2015 sono diminuiti passando dai 25 casi del 2015 ai 19 casi di meningite meningococcica del 2016 segnalati in tutta la regione (pari a 3,2 casi per milione di abitanti). L’incidenza di questo tipo di meningite è sostanzialmente sovrapponibile a quello dell’intero Paese (dati Istituto Superiore di Sanità)».