Il MoVimento 5 Stelle e la bufala sulla libertà di stampa Ecco perché l'Italia è al 77° posto (le notizie false non c'entrano)
Scrive il Sacro blog di Beppe Grillo lanciando l'idea di un tribunale popolare che vigili sulle "bugie" di giornali e tv: "Se una notizia viene dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo. Così forse abbandoneremo il 77° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa". Eccola la vera bufala, buttata lì come se niente fosse. E ripetuta a memoria da tutti i grillini a reti unificate. Perché è vero, l'Italia è al 77° posto nella classifica sulla libertà di stampa stilata ogni anno da Reporters Sans Frontières, ma a differenza di quello che sostengono Grillo e i suoi adepti, le bugie, le bufale, le false notizie, non c'entrano niente. Basta poco per verificarlo. Scrive l'organizzazione descrivendo la situazione nella stampa nel nostro Paese: "A maggio 2015, il quotidiano La Repubblica ha riferito che tra i 30 ei 50 giornalisti si trovano sotto la protezione della polizia perché minacciati. Il livello di violenza contro i giornalisti (comprese le minacce di morte e le intimidazioni verbali e fisiche) è allarmante. I giornalisti che indagano la corruzione e la criminalità organizzata sono quelli che vengono maggiormente presi di mira". Reporters Sans Frontières cita ad esempio quanto accaduto in Vaticano con gli scandali Vatileaks e Vatileaks 2. Vicende, spiega il sito, che ha visto due giornalisti rischiare "fino a otto anni di carcere" per aver scritto libri "sulla corruzione e sugli intrighi all'interno della Santa Sede". Insomma, caro MoVimento 5 Stelle, i giornalisti sono le vittime, non certo i carnefici.