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Killer ucciso a Milano, il capo della Polizia Gabrielli: "Chiunque ha una divisa è obiettivo dei terroristi"

Da sinistra l'agente Cristian Movio rimasto ferito e l'agente Luca Scatà che ha ucciso Amri

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Le polemiche non accennano a placarsi. Dopo che ieri il capo della Polizia, Franco Gabrielli, e il ministro dell'Interno, Marco Minniti, hanno rivelato i nomi dei due agenti che hanno bloccato e ucciso il killer di Berlino, Anis Amri, in molti hanno criticato la decisione perché, a loro avviso, avrebbe messo a rischio la vita dei due poliziotti. Un'accusa che non è piaciuta a Gabrielli: "Non c'è alcuna esposizione, ma un riconoscimento chiaro. Una sottolineatura per mettere al centro chi ha reso possibile tutto questo, rischiando la propria vita". "Fare i nomi con questo tipo di terrorismo - spiega il capo della Polizia - non è né un errore né un'esposizione, perché non siamo in presenza di un terrorismo come quello che abbiamo conosciuto negli anni settanta, un terrorismo endogeno che ha interesse a colpire il singolo, dunque Franco piuttosto che Mario o Cristian. Qui ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso". "Sono a rischio tutti coloro che rappresentano le forze di polizia e hanno una divisa - rilancia - Per questo ieri mattina ho firmato una circolare in cui chiedo massima attenzione. Non è possibile escludere azioni ritorsive. La scelta di chiudere i profili social dei due poliziotti, inoltre, è stata una forma di ulteriore cautela nei loro confronti, per evitare una eccessiva sovraesposizione in quanto, in un mondo in cui tutto passa attraverso i social, si sarebbero potuti far prendere la mano coinvolgendo anche altri colleghi". "Sono sette mesi - prosegue Gabrielli - che dico 'attenzione, ognuno di noi può essere un obiettivo'. Ma sono anche mesi che lavoro sull'orgoglio e sul senso di appartenenza dei poliziotti e degli uomini e delle donne delle forze di polizia e, nel momento in cui è fondamentale tenere alto l'orgoglio di chi vive con la divisa, il ministro non ha fatto altro che galvanizzare chi ogni giorno opera indossando proprio una divisa. È abbastanza avvilente che mentre tutto il mondo parla di noi e si complimenta con la Polizia per il lavoro svolto, noi continuiamo a farci del male guardando il dito e non la luna".

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