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Arrestato a Rosarno il boss Pesce. Leggeva Proust e Sartre

Katia Perrini
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Era ricercato con l'accusa di associazione di stampo mafioso. È stato catturato da poliziotti dello Sco e della squadra mobile a Rosarno (in provincia di Reggio Calabria), il latitante nella lista dei più pericolosi, Marcello Pesce, 52 anni. Il boss della 'ndrangheta, detto "U Ballerinu", fa parte dell'omonima cosca guidata da Antonino Pesce, che opera per lo più nella Piana di Gioia Tauro ma ha propaggini anche in Lombardia e tutto il Nord Italia. Già sfuggito alla cattura, (era stato salvato dal messaggio in codice "è nata una bambina, è nata una bambina" arrivato sul suo cellulare poco prima dell'irruzione dei carabinieri nel suo nascondiglio)  era stato condannato in secondo grado a 16 anni. Quando la polizia ha fatto irruzione nel suo rifugio stava dormendo. Con lui c'erano un uomo e suo figlio, arrestati con l'accusa di favoreggiamento. Il ricercato, protetto da una rete di fiancheggiatori, pare sia sempre vissuto a Rosarno durante la latitanza. Nel suo bunker trovati libri di Proust e Sartre.  "Un uomo molto particolare, anche molto colto", ha detto di lui il procuratore di Reggio Calabria Gaetano Paci.

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