Concistoro, Papa Francesco rinnova il collegio E i neo cardinali vanno in pullman da Ratzinger
Diciassette nuovi porporati, quattro ultraottantenni e 13 votanti. Dopo la celebrazione tutti al monastero Mater Eclesiae in visita al Papa emerito Benedetto XVI
La geopolitica delle periferie di Papa Francesco bussa anche alla porta del Conclave. Oggi il collegio cardinalizio rinnova la pelle seguendo il filo rosso di Bergoglio: pochi principi e tanti pastori, poca Europa e molto Mondo. Oggi, alla vigilia della chiusura del Giubileo straordinario della Misericordia, ci saranno, oltre a quattro nuovi presuli ultraottantenni, 13 nuovi votanti: 3 europei, 2 africani, un asiatico, uno dell'Oceania e 6 americani tra cui 3 statunitensi. Considerati i quattro presuli che compiranno 80 anni (Jaime Lucas Ortega y Alamino, Nicolas de Jesús López Rodríguez, Théodore-Adrien Sarr e Ennio Antonelli), e che dunque non potranno più votare, dal 31 dicembre la composizione del collegio cardinalizio sarà di 211 membri, dei quali 107 elettori e 104 non elettori. Al termine della celebrazione, il Pontefice e i neo porporati saliranno a bordo di due pulmini e si dirigeranno al monastero Mater Ecclesiae per incontrare il Papa emerito Benedetto XVI, assente alla liturgia nella Basilica Vaticana. Tra i nuovi elettori spicca monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria che il Pontefice ha deciso comunque di far rimanere a Damasco. "Questa porpora va alla Siria, alle vittime della Siria, a tutti coloro che soffrono per questo terribile conflitto. Quindi la porpora è per questa gente, per i tanti bambini che soffrono, per tanta povera gente che paga le conseguenze di questo terribile conflitto", ha detto ieri alla Radio Vaticana. Ma viene anche rappresentata la Repubblica Centrafricana, da dove Bergoglio il 29 novembre scorso ha anticipato l'apertura del Giubileo, il Bangladesh (che ha annunciato visiterà il prossimo anno), l'Isola Mauritius e la Papua Nuova Guinea. Gli italiani, per il momento, restano il gruppo più numeroso del futuro conclave, con 25 elettori. Non sono arrivate le nomine più sussurrate, come quella del regista del Giubileo, monsignor Rino Fisichella, prefetto del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova evangelizzazione, o quello dell'arcivescovo di Venezia, monsignor Francesco Moraglia. Ma neanche quella del sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, e del prefetto della Casa Pontificia, assistente personale di Ratzinger, Georg Ganswein. Niente Curia, dunque, o quasi. L'unico a ricevere la berretta porpora sarà monsignor Kevin Joseph Farrell, irlandese ex vescovo di Dallas, negli Stati Uniti, recentemente nominato dal Papa alla guida del nuovo Dicastero per laici, famiglia e vita. Tra i 121 elettori ci saranno quindi 54 cardinali europei, 17 nordamericani, 4 centroamericani, 13 sudamericani, 15 africani, 14 asiatici e 4 oceanici. Tra i non elettori notevoli c'è don Ernest Simoni, sacerdote albanese sopravvissuto alle persecuzioni dalla dittatura comunista, nel gruppo dei non votanti. Quando il Papa lo incontrò nella visita a Tirana del 2014, ascoltò la sua testimonianza drammatica commosso fino alle lacrime. Condannato a morte, don Simoni fu costretto ai lavori forzati per 25 anni, ma esercitò celebrò clandestinamente fino alla caduta del regime nel 1990.