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Terremoto e ricostruzione, la camorra è già a caccia di appalti

terremoto

Augusto Parboni e Andrea Ossino
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RIETI «Patente e libretto». Chi non si è mai sentito dire questa frase? Due parole che per chi non ha nulla da nascondere non gli fanno effetto. Abbassa il finestrino e consegna alle forze dell'ordine la documentazione richiesta per i controlli. Al posto di blocco si resta seduti in auto, in attesa che le divise compiano le verifiche necessarie prima di vedersi riconsegnare patente e libretto del mezzo se tutto risulta in regola. Ma a volte si può avere il permesso dagli stessi agenti di andare via, anche se dagli accertamenti qualcosa può risultare sospetto. Ma di che stiamo parlando? Dei controlli che polizia, carabinieri e Guardia di Finanza stanno effettuando dal 24 agosto, il giorno del terremoto che ha devastato Amatrice e gran parte delle frazioni che la circondano, su tutte le strade limitrofe ai paesi che si sono sbriciolati sotto la terribile scossa. Ma che controlli sono? «Semplici» posti di blocco. Dai quali, però, stanno emergendo elementi preoccupanti, che giorno dopo giorno stanno convincendo gli investigatori a compiere indagini più approfondite sulle persone che sono controllate. In sostanza, in base agli accertamenti, risultano numerosi personaggi con precedenti di polizia o penali che sarebbero collegati con clan malavitosi: o a organizzazioni legate alla camorra o alla 'ndrangheta. Ma che ci fanno tutte queste persone nelle zone terremotate? È questa la domanda alla quale stanno cercando di dare una risposta gli investigatori. Ma, per ora, l'idea è una: starebbero facendo «sopralluoghi» nelle aree danneggiate per tentare di riuscire a mettere le mani sugli appalti o subappalti che verranno assegnati nei prossimi mesi per far tornare a vivere quelle zone devastate. È aumentata in maniera esponenziale, infatti, la presenza di persone che provengono dal sud per le strade del reatino. Un dato che ha fatto subito alzare le antenne a chi ogni giorno pattuglia le vie soprattutto ad alta percorribilità di quelle aree. Come mai tutte queste persone che provengono da altre regioni arrivano lì dai giorni successivi al terremoto di quest'estate? Da questa domanda, ecco gli accertamenti in caserme e commissariati per verificare chi fossero le persone che da un primo controllo stradale è risultato con tutti i documenti in regola: «patente e libretto e e assicurazione» regolari. Ma una volta davanti al computer dell'ufficio, ecco la scoperta. Molti di loro hanno, per un motivo o un altro, contatti con organizzazioni criminali. In un caso, addirittura, sono state fermate a un posto di blocco due persone che avevano nel portabagagli dell'auto attrezzatura per poter effettuare rilievi tecnici nelle zone terremotate. Entrambi, pero, da quanto avrebbero dichiarato, al momento dei controlli, di svolgere attività completamente differenti rispetto a un tecnico in grado di saper usare quelle apparecchiature. Tanto, che una volta in caserma, è spuntato che quelle stesse persone provenivano dalla Campania e avevano precedenti di polizia per presunti contatti con clan della camorra. Le stesse forze dell'ordine, per ora, non hanno ancora messo nero su bianco il sospetto di una presunta infiltrazione della criminalità nelle zone terremotate. Fatto sta, comunque, che stanno raccogliendo documentazione per capire il motivo della presenza di tanti personaggi «sospetti» in una regione dove era raro controllare a un posto di blocco un automobilista che una volta in caserma risultasse collegato con organizzazioni camorristiche o 'ndranghetiste.

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