IL SISMA NEL CENTRO ITALIA

Altre scosse, case inagibili e scuole chiuse

Silvia Sfregola

Tanta paura e danni ingenti. Il Centro Italia è ripiombato così nell'incubo terremoto e torna a fare il conto di edifici distrutti e sfollati ai quali trovare una sistemazione. Il bilancio dei senza casa è ancora provvisorio perché tante persone, terrorizzate, hanno abbandonato le proprie abitazioni a prescindere dai danni che subiti. Solo nelle Marche gli sfollati sono quattromila e nei luoghi del terremoto si attende un brusco calo delle temperature. Per questo viene esclusa la possibilità di sistemarli nelle tende della Protezione Civile. Si cercano soluzioni temporanee per chi non ha dove stare, e l'unica certezza, sottolineano i soccorritori, è che questa volta, viste le temperature rigide della aree colpite dal sisma, le tende non potranno essere utilizzate, si opterà invece per gli alberghi sulla costa, o palestre e palazzetti agibili nelle aree colpite. Intanto cresce la paura, per consentire verifiche e sopralluoghi le scuole resteranno chiuse almeno fino al 31 ottobre. Cento scosse nella notte La seconda notte degli sfollati, sistemati in strutture provvisorie, palazzetti dello sport e qualche tenda, è stata segnata dal susseguirsi di un centinaio di scosse, la più forte di magnitudo 3.5 alle 4:13, vicino Ussita. Dopo le forti scosse del 26 ottobre, di 5.4 alle ore 19.10 e di magnitudo 5.9 alle ore 21.18, la Rete sismica nazionale dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha localizzato oltre 900 scosse: sono più di 80 quelli di magnitudo compresa tra 3 e 4, cinque i terremoti di magnitudo compresa tra 4 e 5. Per quel che riguarda la sequenza complessiva, dal 24 agosto 2016, sono stati localizzati oltre 19000 eventi, in un'area che si estende per più di 60 chilometri lungo la catena appenninica: sono circa 330 quelli di magnitudo compresa tra 3 e 4, venti i terremoti localizzati di magnitudo compresa tra 4 e 5 e quattro quelli di magnitudo maggiore di 5 dft. Il governo stanzia 40 milioni "L'Italia è più forte del terremoto, l'Italia "è ferita ma non si piega". Sta tutto qui il messaggio che Renzi ha voluto lanciare alle popolazioni segnate dal sisma, ma anche all'Unione europea con cui è in corso una sfida in cui le parole chiave sono: austerità, migranti e, di recente, anche terremoto. Il premier è arrivato ieri alle 16 a Camerino, uno dei luoghi più colpiti nelle Marche dalle scosse. In mattinata il Consiglio dei ministri ha esteso lo stato di emergenza alle aree interessate tra Umbria-Marche e Lazio, fissando 40 milioni per le prime urgenze "a cui si aggiungono altri 50 milioni - ha specificato Renzi - e il meccanismo del credito di imposta, come per Arquata e Accumoli".