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Madre e gemelli morti Indagati dodici medici

La donna deceduta nell'ospedale Cannizzaro, la denuncia dei familiari: "Il medico era obiettore". Il Ministero della Salute invia gli ispettori

Silvia Sfregola
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"Un atto dovuto per compiere atti irripetibili come l'autopsia". La Procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati dodici medici del reparto di Ginecologia e ostetricia dell'ospedale Cannizzaro per la morte di Valentina Milluzzo, la 32enne morta dopo avere dato alla luce due gemelli senza vita. Contestato il reato di omicidio plurimo colposo. Così mentre il Ministero della Salute invia gli ispettori per fare chiarezza sulla vicenda dal nosocomio spiegano che la giovane incinta di 19 settimane "è deceduta dopo l'eliminazione dei due feti per uno shock settico". La Procura di Catania ha aperto un'inchiesta, un atto dovuto, dopo la denuncia dei familiari. "Uno dei medici si sarebbe rifiutato di estrarre il feto che aveva gravi difficoltà respiratorie fino a quando fosse rimasto vivo perché obiettore di coscienza" si legge nell'esposto. Una versione dei fatti che però la direzione generale dell'ospedale ha smentito in conferenza stampa. "La macchina terapeutica si è messa in moto subito e in maniera adeguata - hanno dichiarato il dg Angelo Pellicanò e il primario di Ginecologia Paolo Scollo, presidente della Società ginecologi-ostetrici italiani - La paziente era stata ricoverata il 29 settembre, dopo l'induzione di una gravidanza con la procreazione assistita, per minaccia di doppio parto abortivo. È stata sottoposta a cura antibiotica. Il 15 ottobre ha avuto un piccolo febbrile, ed è trasferita nel reparto di semi intensiva. È stata sottoposta all'esame della procalcitonina, che non tutti gli ospedali eseguono, perché c'era il sospetto di un'infezione in corso". Il primario ha ricostruito poi come la ragazza abbia avuto un primo aborto spontaneo alle 23.30 di sabato 15 ottobre, un secondo indotto dal medico di turno con l'ossitocina alle 1.40, domenica 16 ottobre, e successivamente il decesso alle 13.45 avvenuto a causa di una sepsi, una violenta infezione. "Ma su questo - hanno sottolineato - è meglio attendere l'esito dell'autopsia". Il primario di Ginecologia ha affrontato anche la questione dei 12 medici del reparto di Ginecologia e ostetricia tutti obiettori di coscienza. "I dodici medici in servizio - ha dichiarato Scollo - sono tutti obiettori di coscienza, ma questo non ha alcuna rilevanza né col caso né col servizio reso a chi vuole fare ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza. Nella nostra struttura - ha aggiunto il professore - c'è sistema che permette di intervenire per l'interruzione volontaria di gravidanza, che è programmabile. E non ci sono liste di attesa. Ma quando c'è bisogno di un intervento urgente per un caso come quella della paziente si interviene e basta. Non c'entra niente essere obiettori o meno - ha concluso - in quel caso siamo soltanto medici e dobbiamo intervenire per salvare vite".

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