Morto Don Raffaello Lavagna, fedele collaboratore di Wojtyla
È stato autore teatrale e ha scritto "Mio fratello negro"
Si è spento ieri a Roma monsignor Raffaello Lavagna, autore teatrale, consulente delle prime messe in tv e fedele collaboratore di Paolo VI e Giovanni Paolo II nonché critico teatrale della Radio Vaticana. Originario di Savona aveva 97 anni e tra le sue pieces c'è l'adattamento in italiano di "Il giorno che sequestrarono il Papa", poi cambiato col titolo più incisivo "Hanno sequestrato il Papa", dramma visto a Madrid, e messo in scena al Teatro San Babila di Milano con grande successo, grazie anche alla superba interpretazione di Ernesto Calindri, testo ripreso sino al 2004 al prestigioso Festival di Borgio Verezzi, e sempre per la grande attualita'!. Don Lavagna poi è l'autore di "Mio fratello negro", dedicato all'integrazione razziale. La Radio Vaticana ha riproposto oggi un'intervista nella quale don Lavagna descrive il suo celebre testo che in qualche modo si affianca al film "Indovina chi veiene a cena" e ad altre opere dello stesso filone che, confidò il sacerdote, "mi aveva impressionato. Fare qualcosa per l'integrazione razziale. Allora inventai - raccontò Lavagna - uno spettacolo che poteva essere ambientato sia in America, ma anche in Africa, e in cui c'era una famiglia con un padre razzista, il quale non voleva che suo figlio, Jimmy, fosse amico del figlio della 'serva', badante di allora, negra. Quindi, a un certo momento, con il frustino il papà picchia il piccolo negretto e lo caccia via. A un certo punto il bambino negro salva il bambino bianco, ma viene ferito mortalmente - dal momento che si trovano in Africa, in America, in una zona dove non c'è un ospedale - bisogna fare la donazione del sangue per salvare il piccolo. Ci provano la madre bianca, la madre negra, lo stesso dottore pero' se il sangue non è compatibile, la donazione non si può fare. L'unico che non aveva provato con il suo sangue era il padre razzista. Allora mi ricordo sempre che dissi al ragazzo: 'Tu, vai vicino al papà, lo tiri per la giacca e gli dici': 'Papa'? perche' non provi tu a donare il tuo sangue per salvare il piccolo?'. Il padre naturalmente risponde con un "Uffa!: non vuol far vedere... Però alla fine dona il suo sangue. Il dottore dice che il sangue è compatibile. Allora il piccolo bambino bianco, suo figlio, si rivolge al papà e gli dice: 'Papà, adesso tu non puoi più picchiare il piccolo Tommy'. 'Perché?' risponde il papà. 'Perché adesso, se gli hai dato il tuo sangue, Tommy è un pò come se fosse mio fratello!'" Nell'immagine, don Lavagna nel 1980 incontra Papa Giovanni Paolo II