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Testimoni di Geova alla conquista di Roma

Boom di battesimi. In Italia 260mila fedeli. Nella Capitale sono undicimila Seguono la Bibbia alla lettera: «Contiene principi modernissimi e attuali»

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A Roma sono undicimila. In Italia 260mila. Sono i Testimoni di Geova, cristiani che hanno deciso di vivere la parola di Gesù come si faceva ai suoi tempi. Puntano tutto sul dare l'esempio, sull'armonia nelle relazioni umane. «Imitiamo Gesù» è il tema del congresso che si chiude oggi a Roma e cerca di tradurre in termini moderni il messaggio di Cristo. «Non siate egoisti e non raccogliete le provocazioni», «State alla larga da orgoglio e arroganza«, «Non tenete conto del male», «Coltivate l'amore, che non viene mai meno» sono soltanto alcuni degli argomenti di cui si discuterà. Tutti traggono lo spunto dalla Bibbia, il libro dei libri su cui i «testimoni» basano il quotidiano agire. L'obiettivo è la ricerca della felicità, non intesa nel senso massonico di «felicità materiale, soldi e carriera, ma di vita in armonia con gli altri, rigettando i sentimenti negativi», spiega Andrea Zaccariello, responsabile per i media. Non riconoscono il Papa perché il capo dei cristiani «è soltanto Gesù». Legano l'anima al corpo e non le danno quell'immortalità a prescindere dalla fisicità che è credo per i cattolici. Per i Testimoni di Geova, alla fine dei tempi, comunque anime e corpi dei giusti si riuniranno e risorgeranno nel regno di Cristo. Un mondo dove non ci saranno più guerre, liti e divisioni e dove tutto sarà armonia. Insomma, il paradiso in Terra. La visione che danno del futuro ha conquistato, nel mondo, 8.201.545 fedeli suddivisi in 115mila congregazioni. Ogni anno registrano seimila nuovi aderenti e hanno un sito Internet, www.jw.org, in 730 lingue e dialetti. Ieri sono state decine i nuovi fedeli battezzati nella tradizionale vasca (come di faceva nell'antichità): il più giovane ha 13 anni, il più anziano 81. «Oggi c'è ansia per il quotidiano, per riuscire a far funzionare la famiglia, il matrimonio: nei principi del nostro credo , che poi non sono altro che quelli esposti nella Bibbia, molti si ritrovano», sottolinea Zaccariello. «Non siamo una setta, non facciamo il lavaggio del cervello alle persone, chi non è convinto non aderisce. Ma chi "imita Gesù" seguendone i principi poi vede che la vita cambia, che tutto può migliorare nonostante le difficoltà e gli ostacoli che ogni giorno incontriamo». «Da noi - aggiunge - arrivano ragazzi, che hanno sentito parlare dei Testimoni a scuola, su Internet, e vogliono sapere di più. Ma anche persone in crisi, alla ricerca di un percorso spirituale adeguato al loro intimo sentire». E proprio dopo una crisi spirituale Charles Taze Russell, predicatore statunitense, fondò nel 1870 a Pittsburgh, in Pennsylvania, gli Studenti Biblici, poi divenuti Testimoni di Geova. Non fanno evagelizzazione forzata, non battezzano i neonati ma solo gli adulti che, con coscienza, vogliono aderire. Per i ragazzi serve il permesso dei genitori. Perché poi ci sono delle regole da seguire: il matrimonio è per sempre e il divorzio, tranne in casi rarissimi, non è ammesso. Niente aborto, proibite (ovviamente) le relazioni extraconiugali. I Testimoni non fumano, non bevono alcolici e non si drogano. C'è chi dice siano contrari pure ai trapianti di organi e preferiscano morire piuttosto che curarsi. «È falso, la scelta sui trapianti è personale così come quella sui vaccini», negano. Non festeggiano il Natale, «perché è di derivazione pagana: arriva dagli antichi culti babilonesi e dalla venerazione che i Romani avevano del Sol Invictus». Eppoi nella Bibbia «non è mica indicata la data di nascita di Gesù». Così il 25 dicembre non fanno regali ai figli: «Facciamo doni in altre occasioni». Non credono nella transustanziazione, la trasformazione del pane del vino nel corpo e nel sangue di Cristo durante l'eucarestia. Però festeggiano la Pasqua come gli ebrei, il 14 del mese di Nisan. Il Lazio è la seconda regione, dopo la Lombardia, per concentrazione di fedeli: ce ne sono ventimila.

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