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Ecco i bimbi italiani "rapiti" e portati all'estero

Il Brasile e la Romania hanno il record di piccoli strappati da casa In 231 trasferiti a forza in Paesi dove la giustizia non aiuta i papà LEGGI ANCHE La storia di un padre che non vede più la figlia

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La fine di una rapporto non è facile da affrontare. Non lo è sicuramente per i figli, spostati da un appartamento all'altro in seguito a una sentenza del tribunale, a causa di una mancato accordo tra i genitori che garantisca ai piccoli le stabilità necessaria. La situazione si complica quando uno dei due coniugi decide di tornare nel proprio paese d'origine portando con se il figlio senza il consenso del partner. Sono 231 i minori accomunati dalla stessa situazione: sono stati sottratti al padre o alla madre senza consenso. Trasportati in una nazione di cui non si conosce la lingua. Costretti a imparare nuovi modi di vivere abbandonando i propri cari, la scuola, gli amici. È la fotografia scattata dal ministero degli Esteri.   I PICCOLI STRAPPATI DA CASA Un'istantanea capace di sintetizzare, seppur nell'aridità delle statistiche, le vite dei 77 minori strappati alle loro case solo nel 2014. Un numero che porta a quota 231 i casi di sottrazione internazionale di minori italiani seguiti dal Ministero. Tra i piccoli costretti a vivere lontano dal proprio Paese ve ne sono 74 in Europa. Nei paesi extraeuropei risiedono invece 38 bambini che sperano di potersi sedere a tavola con mamma e papà. 71 vivono nelle Americhe. Tra il Paesi della fascia mediterranea e il Medio Oriente ve ne sono 36. La Farnesina segue anche i 3 minorenni italiani che vivono in Africa e i 9 che risiedono tra l'Oceania e l'Asia.   UE, EXTRAEUROPA, AMERICA Oggi in Italia 74 genitori si sono svegliati pensando a come riabbracciare il proprio figlio portato in un paese dell'Ue. Come le 17 persone che cercano di sapere come stanno i propri figli portati in Romania. O le 11 famiglie divise tra la Polonia e l'Italia. Cinque bambini sono invece stati portati in Germania senza il consenso dell'altro genitore. In Europa i casi sono numerosi. Storie diverse con un unico denominatore: vivere nella speranza di veder crescere il proprio figlio o sognare di ritornare ad abbracciare il proprio genitore. Un desiderio condiviso dai 38 minori trasportati come pacchi tra i paesi extraeuropei. Ovvero dai 14 bambini costretti a imparare il russo. Dai 9 che vivono in Ucraina. Dai 5 che tutte le mattine si svegliano in Bielorussia o dai 4 piccoli italiani che hanno una nuova famiglia in Moldavia. Ci sono mamme che costantemente partono per il Kosovo, il Principato di Monaco, San Marino, la Svizzera o per la Norvegia. Dall'altra parte dell'Oceano atterrano i padri dei 71 ragazzini italiani trasferiti in America senza il loro consenso. Tra questi 17 risiedono in Brasile, 12 negli Stati Uniti e 8 a Cuba. Gli altri vivono negli altri stati, dalla Bolivia (3) al Paraguay (1).   MEDIO ORIENTE, AFRICA ASIA E OCEANIA La Convenzione de L'Aja o quella Europea dei Diritti dell'Uomo non sono bastate ai 9 bambini costretti a trasferirsi tra l'Asia e l'Oceania. Un numero in calo visto che nel 2012 i minori portati in quei paesi, dalla Cina al Kazakistan, erano 19. Aumentano invece i ragazzini italiani che adesso risiedono in Medio Oriente e nei paesi della fascia mediterranea. Tra Egitto, Marocco, Qatar, Tunisia, Siria, Libano, Iran e Israele vi sono 36 bambini nati nel Belpaese. Nel 2013 erano 28. I dati vengono aggiornati quotidianamente. Dall'Africa nel 2014 sono tornati due minori. Altri due però hanno varcato le frontiere. Tra Nigeria e Senegal attualmente vi sono 3 bambini che aspettano che il loro genitore italiano vada a trovarli. Guardando all'Asia e all'Oceania, dove risiedono 9 bambini italiani, nel 2014 un solo minore è stato fatto trasferire, in Kazakhstan. Sono in totale 9 i ragazzini che risiedono nei due continenti. Dal Giappone al Perù: vite sospese tra due paesi, tra istanze, denunce e ricorsi, in attesa che governi concordino soluzioni capaci di dare stabilità ai piccoli italiani.

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