Terrore a Milano: capotreno e ferroviere aggrediti col machete
In questura due sudamericani. Riattaccato il braccio sinistro ad una vittima. Ferrovieri: "Basta o ci fermiamo". Maroni: "Se serve, sparare" GUARDA IL VIDEO
E' notte, periferia di Milano. Un tragico episodio di violenza alla stazione di Villapizzone, rompe il silenzio della fermata. Mentre un convoglio della Trenord era fermo in stazione, un capotreno e un ferroviere sono stati assaliti a colpi di machete. Entrambi sono stati ricoverati con codice rosso. Uno dei due capotreno ha subito una subamputazione del braccio. Lo rende noto il bollettino medico diffuso dall'ospedale Niguarda, secondo il quale si è cercato di recuperare la funzionalità dell'arto. Il braccio sinistro della vittima, quindi, è stato riattaccato, e la prognosi verrà sciolta nei prossimi giorni. L'intervento chirurgico subito dal controllore 30enne si è concluso alle 6.30 di stamattina. I fatti. Secondo alcuni testimoni, gli aggressori sarebbero stati in 5-6 e sarebbero di nazionalità sudamericana. Secondo quanto si apprende da fonti di polizia, un controllore avrebbe chiesto il biglietto di viaggio al gruppo e da lì è scaturita la lite e poi la reazione violenta. Due sudamericani sono stati fermati e portati in questura a Milano. In questo momento è in corso l'interrogatorio dei due, hanno riferito fonti di polizia. Uno dei due sudamericani portati in questura era sporco di sangue per escoriazioni all'altezza di un ginocchio. Dopo l'episodio dell'aggressione è polemica politica. Il governatore Maroni vuole i militari e la polizia e ritiene che si debba sparare quando è necessario; il premier Renzi invita a non strumentalizzare le paure e dice: "nel mondo globale non ci si può chiudere in casa". I ferrovieri chiedono sicurezza. Senza una maggiore sicurezza, e proprio per garantire l'incolumità dei clienti e dei dipendenti, Fs fa sapere che sarebbe difficile garantire i servizi in alcune fasce orarie. Lo comunica in una nota la società, che condanna fermamente l'aggressione, avvenuta ieri sera su un treno nel Passante di Milano, dei due capitreno di Trenord cui va la solidarietà dell'amministratore delegato Michele Elia e di tutti i colleghi del Gruppo Fs. "Questo è l'ennesimo episodio, questa volta particolarmente grave per la violenza con cui sono stati aggrediti i due lavoratori uno dei quali versa in condizioni molto preoccupanti. Il personale in servizio sui treni è ormai trasformato in vittima inerme di questi atti di violenza" si legge nella nota di Fs. "Le Ferrovie dello Stato Italiane chiedono l'intervento delle Istituzioni e una maggiore presenza delle forze dell'ordine per arginare un problema grave che riguarda la sicurezza delle migliaia di viaggiatori che ogni giorno si servono del treno per i loro spostamenti e per il personale in servizio. Metteranno in atto, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, tutte le azioni possibili per arginare e contrastare il fenomeno a tutela della sicurezza dei dipendenti e dei viaggiatori" prosegue la nota aggiungendo che "qualora si constatasse l'assenza dei requisiti minimi di sicurezza, le FS Italiane avrebbero difficoltà a garantire il servizio in alcuni orari: l'incolumita' dei clienti e dei dipendenti, che ogni giorno lavorano sugli oltre 6mila convogli in tutto il territorio nazionale, non può essere messa a repentaglio". Lo sdegno del MoVimento 5 Stelle. Dario Violi, capogruppo del Movimento 5 Stelle della Lombardia, si unisce alle voci di condanna per i fatti di questa notte. "Siamo sgomenti", fa sapere. "Alle vittime e alle loro famiglie va tutto i sostegno e la solidarietà del Movimento. E' chiaro che sui treni, come sul territorio, non c'è più sicurezza e chi ci lavora non è tutelato. Le forze dell'ordine sono abbandonate a se stesse, sotto organico e sottopagate : è sempre più urgente aumentarne l'organico, le dotazioni e la presenza capillare sul territorio. Diciamo però no con forza alle guardie private sui treni e sul territorio, i cittadini pagano le tasse e devono vedersi riconosciuti servizi e sicurezza pubblica. Quanto accaduto oggi è il risultato della incapacità di garantire sicurezza e dei tagli di Renzi, Alfano e dell'inerzia di Maroni". Solidarietà dalla regione Lombardia. "Fra pochi minuti sarò al Niguarda per portare la solidarietà di Regione Lombardia al capotreno di Trenord colpito così ferocemente ieri sera e per esprimere la mia vicinanza alla sua famiglia. Ringrazierò anche le 4 equipe mediche che nella notte sono intervenute per ricostruire l'arto dalle gravi lesioni subite". Così scrive sul suo profilo Facebook Mario Mantovani, vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia. Ferrovieri aggrediti, 140 casi nei primi 5 mesi del 2015. Sono state 140 le aggressioni al personale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane nei primi cinque mesi del 2015. La quasi totalità dei casi (117) interessa i dipendenti di Trenitalia, più a contatto con il pubblico e pertanto maggiormente esposti a situazioni di rischio. Seppur in leggero calo rispetto ai primi 5 mesi del 2014 (140 casi), il dato rimane comunque alto e degno di attenzione e specifiche contromisure. Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, spiega in un comunicato, "ha messo in campo numerosi azioni per cercare di limitare il numero di questi episodi: dalla formazione specifica per gestire le situazioni critiche dedicato ai capitreno e al personale di Protezione Aziendale, all'aumento del numero di telecamere a circuito chiuso a bordo treno; dai filtri in stazione fino all'installazione di gate nei principali scali ferroviari. Senza dimenticare la tutela legale e il supporto psicologico per i dipendenti aggrediti". "Per la maggior parte delle aggressioni - prosegue la nota - sono state previste prognosi di un periodo massimo di 20 giorni. Seguono, per incidenza, gli episodi di minaccia, le ingiurie e infine le aggressioni che richiedono permanenze in ospedale per periodi più lunghi". Sempre analizzando i dati da gennaio a maggio del 2015, "il numero degli aggressori stranieri (54) è di poco superiore a quelli di nazionalità italiana (41). I casi rimanenti hanno come protagonisti coloro che eseguono attività abusive a bordo dei treni". Le regioni più interessate dal fenomeno delle aggressioni al personale ferroviario sono Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania e Toscana