Ammazza la moglie sotto gli occhi della figlia poi si toglie la vita
«Venite, presto, papà ha sparato a mamma. Sono tutti e due per terra, aiutatemi, ho paura». Davanti a quei due corpi esanimi, riversi sul pavimento in due pozze di sangue misto a materia cerebrale, l'attesa per l'arrivo dei 3 fratelli dev'essere stata infinita e straziante. Come l'ennesima lite dei genitori sulla separazione minacciata dalla donna, che negli ultimi mesi era l'incubo anche per la piccola di casa, di appena 8 anni. C'era solo lei domenica sera, intorno alle 22,30, nell'abitazione a due piani di Via Valle Castagna, una contrada rurale a metà strada fra Riofreddo e Vallinfreda, ai confini fra Lazio ed Abruzzo, mentre il padre, il 51enne Samuele Sebastiani, sparava 3 volte alla madre, la 47enne Nicoletta Giannarrusto, prima di piantarsi un colpo in testa. Lei è morta all'istante, lui è spirato ieri intorno a mezzogiorno all'ospedale dell'Aquila, dove era stato portato domenica già in fin di vita subito dopo l'allarme dato dalla piccola col cellulare ai suoi fratelli. I tre ragazzi, di cui due minorenni ed un 19enne, erano usciti dopo cena, raggiungendo il centro del paese, lontano oltre un chilometro. Una distanza colmata di corsa a grandi falcate per raggiungere la sorellina, e toglierla davanti a quel teatro macabro, che li ha fatti disperare sino all'arrivo dei carabinieri dalla vicina stazione di Vallinfreda in quella frazione isolata, dove si contano non più di 4 abitazioni sparse. I vicini hanno sentito solo gli spari, ma Sebastiani era un appassionato di armi, tutte regolarmente denunciate, e faceva parte di una nutrita squadra di cacciatori specializzata nella cattura dei cinghiali. Però, per fermare l'ormai irreversibile scelta della sua compagna di vita degli ultimi venti anni, ha usato una pistola Beretta calibro 765. L'arma, presumibilmente, era conservata nel garage. E lui, al culmine della lite, toccata con l'ennesima minaccia d'abbandono da parte della compagna, ha percorso il breve corridoio, è sceso lungo i 3 gradini ed ha impugnato l'arma. Poi ha raggiunto il saloncino d'ingresso e lì ha colpito Nicoletta, proprio davanti agli occhi della figlia, richiamata dalle grida giunte fin sopra alla sua cameretta. La bambina, inebetita dai 3 colpi, non ha avuto neanche il tempo di gridare che è arrivato l'altro sparo della pistola, riversa contro la tempia del padre. «Una scena agghiacciante» hanno raccontato poi carabinieri e operatori sanitari del 118 giunti nell'abitazione. Davanti alla quale, dall'altra parte della strada di cemento bianco, ci sono le baracche in lamiera e legno degli animali dell'azienda zootecnica di Sebastiani. «Sia lei che lui erano bravissime persone, altrimenti non avrei continuato a badare alle loro capre per circa un anno e mezzo» racconta il giovane pastore romeno, ancora sorpreso dalla tragedia, consumatasi proprio davanti all'azienda. Che, però, non era l'attività principale di Sebastiani, muratore e carpentiere da tempo in proprio con una piccola impresa edile, specializzata nelle ristrutturazioni. Preoccupazioni economiche, oltre a quella della crisi del settore, non lo agitavano, così dicono tra le 700 anime del borgo dove si ritirò Ricciotti Garibaldi, il condottiero figlio dell'eroe dei due mondi. Il problema fisso degli ultimi mesi era la fine della storia con quella donna minuta, originaria di Canosa di Puglia, che si trascinava di lite in lite. Però eminentemente verbale, così assicurano gli amici, gli ultimi a vederli insieme domenica ad una festa. I carabinieri, d'altra parte, non hanno nessuna denuncia, o segnalazione, sulla coppia. Anzi, lui sembrava ormai rassegnato a perdere la madre dei suoi 4 figli. Ma, probabilmente, qualche problema dev'essere poi sorto proprio sull'assegnazione della prole. Ora i ragazzi, per i quali l'assistente sociale dell'Asl Rm G ha immediatamente fatto fissare una visita col neuropsichiatra infantile per la gestione del trauma, sono stati assegnati alle 2 zie paterne e al fratellastro più grande, di 28 anni, che vive a Roma e aveva da poco reso nonna la Giannarrusto. L'uomo è nato dal precedente matrimonio di Nicoletta, che dopo la separazione nel 1995 ha iniziato la convivenza con Sebastiani. «Io li ho visti sempre sereni - racconta il sindaco, Giorgio Caffari - Ora la tragedia è di questi 4 poveri ragazzi, interverrà la magistratura, ma anche il Comune è pronto a fare la sua parte, però quella tragica scena sarà difficile da cancellare».