Zingaretti contro il museo al generale Graziani
La Regione vuole la restituzione dei fondi dati al Comune di Affile per la realizzazione
Graziani? No, grazie. La Regione concede 15 giorni al Comune di Affile per annullare la delibera «di dedicazione del piccolo museo del soldato al generale Rodolfo Graziani, pena la revoca del finanziamento regionale, concesso e non ancora erogato». Ma il piccolo Comune ai confini con la Ciociaria, che nel 2012 ha dedicato il mausoleo al ministro della Guerra di Salò (tumulato nel cimitero comunale), ha risposto inviando un decreto ingiuntivo alla Regione «per il pagamento a saldo di Euro 67.611 del contributo per il finanziamento del progetto di completamento». La querelle, dunque, è destinata a proseguire in Tribunale, dove è già finita da 2 anni. Nell'aprile del 2013, infatti, la Procura di Tivoli aveva aperto un'indagine per apologia di fascismo, iscrivendo sul registro degli indagati il sindaco di Affile, Ercole Viri, e 2 assessori (Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni) dopo un esposto presentato dall'Anpi, l'associazione nazionale dei partigiani, contro l'intitolazione a Graziani dell'opera, costata complessivamente 125 mila euro. E già allora la Regione aveva annunciato la sospensione del finanziamento, con le conseguenti minacce di azioni legali da parte del sindaco: «Invito Zingaretti a non avere comportamenti stalinisti – disse Viri – Non c'è stata nessuna violazione rispetto al progetto presentato e approvato dalla Regione e, se continua così, sarò costretto a querelarlo per abuso d'ufficio». Ora è Zingaretti a minacciare la revoca definitiva dei fondi perché «tale delibera risulta adottata in data posteriore alla chiusura dei lavori e, in tutta la documentazione relativa al finanziamento, conservata agli atti della Direzione competente, non è mai emersa la volontà di procedere a tale intitolazione». Per questi motivi la Regione chiede una retromarcia al Comune. Anche perché, aggiunge la giunta regionale, «Rodolfo Graziani fu uno dei più importanti gerarchi del fascismo italiano (Ministro della Guerra, inserito dall'Onu nella lista dei criminali di guerra per l'uso di gas tossici e bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa)». E, dunque, «la suindicata intitolazione costituisce inadempimento del beneficiario alle condizioni statuite in sede di erogazione del finanziamento, per acclarato sviamento dei fondi acquisiti rispetto al programma finanziato, in quanto dalla documentazione, sulla base della quale è stato disposto il finanziamento medesimo, manca ogni riferimento alla dedicazione del piccolo museo del soldato al gerarca fascista Graziani, venendo così meno, per fatto imputabile al beneficiario, il pubblico interesse che aveva inizialmente determinato l'Amministrazione regionale alla concessione del contributo e che aveva formato oggetto di specifico apprezzamento da parte della Regione». Ma ora proprio in Consiglio regionale approda la polemica, con un'interrogazione di Giancarlo Righini (FdI) nella quale si chiede di sospendere «l'atto deliberativo della Regione».