Terni, sospeso il professore che rimosse il crocifisso dall'aula
Un mese di sospensione senza stipendio per il professor Francesco Coppoli, il docente di un istituto di Terni che tolse dall'aula il crocifisso. E' stato il dirigente Domenico Peruzzo a deciderlo dopo qualche mese dal fatto. La decisione trova la netta contrarietà dei Cobs della scuola, da sempre vicini alla battaglia del professore, i quali esprimono solidarietà e definiscono la decisione "di stampo inquisitoriale". "Nel provvedimento, spiegano, si riconoscono varie irregolarità commesse dal dirigente scolastico nel far tassellare a oltre tre metri i simboli religiosi, ma la motivazione per un provvedimento disciplinare così grave è superficiale e generica: togliere un crocefisso, che non dovrebbe trovarsi nelle aule, costituisce per l'Ufficio scolastico una violazione dei doveri connessi alla posizione lavorativa cui deve essere improntata l'azione e la condotta di un docente. L'Ufficio scolastico regionale per l'Umbria ha quindi sospeso il professor Coppoli dall'Istituto per geometri Sangallo di Terni, in cui insegna. Il provvedimento scatterà dall'8 aprile al 7 maggio. La posizione dei Cobas. "Nel nostro paese - si legge in una nota dei Cobas di Terni - nel 2015 è ancora vietato rivendicare la separazione tra stato e chiesa e chiedere spazi educativi inclusivi senza simboli religiosi. Continua la crociata integralista, discriminatoria e diseducativa, di quelli che pretendono di imporre la connotazione religiosa delle aule scolastiche della scuola pubblica, nonostante non esista alcuna legge o regolamento che impongano la presenza del crocefisso nelle aule delle scuole superiori. Togliere un crocefisso, che non dovrebbe trovarsi nelle aule, costituisce per l'USR una violazione dei doveri connessi alla posizione lavorativa cui deve essere improntata l'azione e la condotta di un docente". Per il sindacato, il comportamento dell'USR dell'Umbria "conferma un grave atteggiamento intimidatorio ed discriminatorio". "Le aule della scuola pubblica sono piene di colori e di mondo, di ragazze, ragazzi e docenti credenti, atei o agnostici e di tante religioni diverse, ed è inaccettabile che un solo simbolo abbia il privilegio di essere esposto sulla testa degli insegnanti in una posizione di massima rilevanza simbolica e non saranno le sanzioni disciplinari ad arrestare questa battaglia di civiltà".