Braccialetti in obitorio per aggiudicarsi i morti

Persino i morti possono diventare veicolo di pubblicità. Accade a Roma dove l’impresa Taffo, che gestisce i servizi di cura delle salme in decine di cliniche e ospedali, ha pensato bene di applicare dei braccialetti al polso dei defunti. Oltre al nome del caro estinto, compare a caratteri cubitali il logo della società. A denunciare il cattivo gusto della trovata sono stati proprio i familiari delle persone decedute, ossia il target a cui è indirizzato il messaggio pubblicitario. Un messaggio tutt’altro che subliminare. «All’inizio non ci avevo fatto caso perché stavo piangendo la morte di mia madre - racconta Mauro Paccapelo - poi però mi sono accorto di quel braccialetto giallo con su impresso il nome della ditta Taffo, come del fatto che avevano già vestito mia madre senza darmi la possibilità di sceglierle gli abiti. Mi sono trovato tutto apparecchiato, la sensazione è che dovessi per forza fare i funerali con quell’impresa. Il preventivo si aggirava sui 5-6 mila euro. Per risparmiare ho preferito rivolgermi a un’agenzia esterna all’ospedale». «Abbiamo la nostra sede di fronte alla clinica Carracciolo di viale Tirreno - spiega il titolare Marco Pascucci - Ci è capitato più volte di vedere le salme etichettate con questi braccialetti. È un escamotage vergognoso per fare pubblicità, che si somma alla concorrenza sleale delle imprese, sempre le stesse, che gestiscono le camere mortuarie degli ospedali. In questo modo i soldi riusciamo a farli tutti». L’importanza di conquistare questo avamposto è testimoniato da un sistema di appalti «al contrario», in cui non sono gli ospedali romani a pagare per esternalizzare il servizio di cura delle salme, ma è la ditta che vince la gara a pagare circa mille euro al giorno per avere la gestione «in esclusiva» della camera mortuaria. Come si recuperano i costi del personale? Il 70% dei decessi avviene in strutture ospedaliere, l’impresa funebre accreditata nel nosocomio si assicura una «corsia preferenziale» con la famiglia, alla quale propone di organizzare il funerale. L’Autorità garante della concorrenza, già nel 2007, aveva auspicato interventi legislativi «per evitare improprie posizioni di vantaggio che consentono l’accesso privilegiato alla clientela». La ditta Taffo assicura che dopo le lamentele hanno ordinato nuovi braccialetti senza pubblicità. «Non c’è una norma che ci impone di applicarli - spiega Alessandro Taffo, socio dell’omonima impresa - è stata una nostra iniziativa per riconoscere i cadaveri ed evitare spiacevoli scambi». A cosa serve allora il logo? «Per dimostrare che il riconoscimento l’abbiamo fatto noi», aggiunge il titolare Luciano Taffo, imputato insieme al fratello Piero davanti al Tribunale de L’Aquila per i funerali solenni delle vittime del terremoto. L’accusa è di truffa aggravata ai danni dello Stato. Le onoranze funebri Taffo avrebbero fatturato servizi effettuati da altre ditte, per circa 20 mila euro.