Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Morte di Pasolini, Pelosi: «Non rischio la vita per dire la verità». Attesa per il film

1501S__WEB

Pino «la rana» è convinto che il regista che sta girando il film su Pier Paolo Pasolini stia cercando soltanto pubblicità. «Solo io so cosa è successo. Il regista Abel Ferrara non sa nulla»

  • a
  • a
  • a

«La verità non la conoscerà mai nessuno, solo io la so, per l'85 per cento, esclusivamente io potrei dire chi ha ucciso Pier Paolo Pasolini». È Pino Pelosi, detto «Pino la Rana», a parlare di uno dei delitti ancora avvolti dal mistero, anche se lui è stato condannato a nove anni, sette mesi e dieci giorni di carcere per l'omicidio del poeta e scrittore. E non esita a puntare il dito contro chi crede di conoscere la «verità» su quello che è accaduto il 2 novembre del 1975. Come il regista del film «Pasolini» che ancora è in fase di registrazione, diretto da Abel Ferrara. Ed è proprio quest'ultimo ad aver detto che nella pellicola renderà noto il nome e cognome di chi ha ucciso Pier Paolo Pasolini. Pelosi, crede che Ferrara nella sua ricostruzione non dirà nulla di già noto? «Certo. Non sa nulla secondo me di ciò che c'è dietro quel delitto». Come fa ad esserne così convinto? «L'ho incontrato a Pietralata, a Roma, nel bar di un mio amico. Era presente anche un interprete e mi sono reso conto che non aveva neanche letto il mio libro nel quale ho inserito elementi fondamentali per poter girare un film. Gli ho chiesto di farsi fotografare e riprendere e non ha voluto...». E quindi perché in questi giorni allora sta sostenendo che nel suo film farà rivelazioni clamorose? «Solo per pubblicità. È arrivato dall'estero, non conosce la verità di quel giorno, solo io la conosco». E perché ancora oggi, dopo anni di carcere, continua a non parlare? «Se parlo rischio grosso, il pericolo è dietro l'angolo per me». Lei però per anni si è sempre dichiarato responsabile. «È vero, ma soltanto perché mi chiesero di accusarmi della morte di Pasolini». E perché accettò un peso così grande? «Perché avevo paura che qualcuno potesse colpire la mia famiglia, i miei genitori». E cosa l'ha convinta poi di «ritrattare»? «La morte di mia madre e di mio padre. A quel punto non avevo più nulla da temere, i miei cari non c'erano più e quindi potevo parlare». Ma ancora non ha rilevato alcun nome però, nessun elemento per le indagini. «Io non so se chi è coinvolto nel delitto di Pasolini è ancora in vita o se è morto. Se sono in vita avranno tra i 70 e gli 80 anni. Quindi non posso rischiare di parlare neanche adesso». E allora perché il registra Ferrara ha voluto incontrarla prima di finire di girare il film? «Perchè voleva conoscermi e basta, non mi ha fatto domande sull'inchiesta, né di ciò che accadde il giorno prima della morte di Pier Paolo Pasolini. Lui voleva soltanto vedermi». Prima o poi ha intenzione di raccontare quell'85% che conosce? «Non credo. Adesso lavoro presso la cooperativa sociale 29 giugno nata nel carcere di Rebibbia, dove lavorano anche persone diversamenti abili». Di che si occupa per la cooperativa? «Io faccio il giardiniere, la cooperativa ha il subappalto dal Servizio giardini di Roma, si tratta di una bella realtà che non voglio perdere per parlare ancora di Pasolini». E chi dovrebbe parlarne allora? «I nomi non li faccio, come può capire, ma sicuramente chi sa preferisce rimanere nell'ombra e la magistratura invece di oocuparsi soltanto di inchieste come Parentopoli dovrebbe anche cercare di sollevare il coperchio su questa vicenda». Nel film che uscirà sembra ci stai provando il registra Abel Ferrara. «Allora credo che la verità non emergerà mai. Abel non sa i dettagli che ho inserito nel mio libro, non conosce neanche, da quello che mi ha fatto capire, di quali vetture sono finite nel mirino della magistratura e alcuni dettagli non sono neanche emersi». E allora perché non tira fuori tutto prima o poi? «Perché prima voglio vedere che si indaghi a 360 gradi e che vengano ascoltate dai magistrati le persone "giuste" per capire che accadde quel giorno». Non si sa ancora quando uscirà, ma il film sul delitto di Pier Paolo Pasolini è in produzione. E non solo. Il regista Abel Ferrara ha già lanciato notizie esplosive sul contenuto della pellicola. Nel film, infatti, sostiene che verrà rivelato il vero autore dell'omicidio del poeta e scrittore morto all'Idroscalo di Ostia. Si tratterà di una pellicola che ripercorrerà gli ultimi giorni di Pasolini, che sarà impersonato da Wiilem Dafoe, divo dei capolavori «Platoon» e «L'ultima tentazione di Cristo». È lo stesso regista newyorkese a garantire che la pellicola farà discutere, non soltanto in Italia, ma a livello internazionale. ma non tutti sono convinti che ci saranno «scoop» in grado di svelare verità su ciò che accadde a Ostia nel 1975.

Dai blog