Scajola assolto per l'acquisto della casa al Colosseo
L'ex ministro dell'Interno nel 2010 rassegnò le dimissioni in seguito allo scandalo sull'appartamento pagato da altri. "Tre anni e 9 mesi di sofferenza che nessuno mi restituirà più"
Assolto perché il fatto non sussiste. Finisce con una sentenza che lo scagiona totalmente il processo all'ex ministro dell'Interno ed ex esponente di Forza Italia per l'acquisto di una casa con vista al Colosseo, pagata in parte da lui (solo 700 mila euro) e in gran parte da altri «a sua insaputa». La vicenda, da lui spiegata inizialmente come un pagamento a lui ignoto lo aveva costretto a lasciare il Viminale nel maggio del 2010. Subito dopo la sentenza - emessa dal giudice del tribunale di Roma Eleonora Santolini - Scajola ha commentato: «Non avevo altra difesa che stare zitto, fermo. Mi sono dimesso perché non c'era altro modo di difendermi». Ed ha proseguito: «Mi sono reso conto che qualsiasi cosa dicessi per difendermi non risultava credibile ,anche se era la verità». Per la singolare vicenda della casa acquistata a prezzi fuori mercato per la capitale, l'ex ministro era stato rinviato a giudizio nel dicembre del 2011. Nel processo, figurava tra gli imputati anche Diego Anemone. L'imprenditore è stato prosciolto «per intervenuta prescrizione del reato». Era accusato di finanziamento illecito con l'ex ministro Scajola che nel medesimo processo è stato assolto. IL COMMENTO DI SCAJOLA L'ex titolare del dicastero per lo Sviluppo Economico, è ancora commosso quando commenta con i giornalisti la sentenza che lo ha assolto per la vicenda della compravendita dell'appartamento di via del Fagutale. "Tre anni e 9 mesi di sofferenza che nessuno mi restituirà più - commenta -. Mi sono dimesso da ministro perché mi sono reso conto che qualsiasi cosa dicessi per difendermi non risultava credibile anche se era la verità. Mi hanno attaccato da tutte le parti e così ho preferito fermarmi, aspettare e stare zitto".