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Parla Serpico, il poliziotto reso celebre da Al Pacino

Serpico

"Non bisogna mai abbassare la guardia contro la corruzione. Bisogna impegnarsi sempre facendo il proprio dovere"

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«La lotta per la giustizia contro la corruzione non è mai facile. Non lo è mai stata e mai lo sarà. Essa esige il pagamento di un prezzo su noi stessi, la nostra famiglia, i nostri amici, e soprattutto i nostri figli. Alla fine, io credo, come nel mio caso, che il prezzo che paghiamo ne valga la pena per costruire la nostra dignità». È con queste parole che in questi giorni Frank Serpico, il celebre poliziotto anticorruzione del dipartimento di New York portato sul grande schermo da Al Pacino, commenta la battaglia senza quartiere alla mele marce in polizia. Lo fa in un serrato botta e risposta «epistolare» con il suo grande amico italiano Gaetano Pascale, ex collega dei poliziotti arrestati ieri, uno dell'antidroga come Frank e che per primo svelò le infiltrazioni mafiose sul litorale romano ma non venne creduto e fu messo - insieme al collega Piero Fierro - in condizioni di non nuocere. «Si può ancora gridare e urlare, ma dobbiamo accendere le lampade che facciano luce sulla corruzione, l'ingiustizia, l'inettitudine e l'abuso di potere. Quando lo facciamo - continua dall'altre parte dell'oceano il poliziotto più famoso del mondo che oggi ha 78 anni e vive lontano dai riflettori - vedremo i cattivi scappare nel legno come degli scarafaggi nel momento in cui si accende la luce. Non dimenticarlo mai». Oggi Frank Serpico gira il mondo, aiutato dal nipote Vincent, e tiene conferenze dove insegna a combattere la corruzione e a scovare il marcio nei luoghi piu impensabili. Ancora oggi paga il fatto di aver scoperchiato il malaffare al NYPD negli anni '60: «È in una posizione di grande difficoltà - racconta Pascale, il Serpico de noantri - A causa di ciò che ha fatto è stato negato il permesso di esporre la sua placca nel Museo della polizia di New York». Nonostante tutto continua a tenere la schiena dritta. Una delle ultime volte che ha parlato con Pascale gli ha fatto un invito preciso: «Non bisogna mai abbassare la guardia contro la corruzione e le mele marce e ricordati di impegnarti sempre fino in fondo facendo il tuo dovere. Il modo migliore per difendere la propria dignità è agire sempre con onestà». Gli anni in cui Serpico si rese conto della corruzione diffusa tra i suoi colleghi sono lontani. Ma, ancora oggi, non ritiene che la situazione sia migliorata. Pascale ricorda una delle loro ultime conversazioni in cui Serpico gli ricordava che purtroppo «se vuoi fare carriera molto spesso devi essere marcio». Serpico è stato un grande sponsor di Pascale negli Stati Uniti. È grazie a lui se l'allora ispettore della Narcotici capitolina ha tenuto corsi per l'Fbi sulle tecniche più aggiornate di investigazione. Conviene ricordare qual è la storia di questo investigatore romano che, come Serpico, è stato messo da parte. Pascale per tanti anni accumula riconoscimenti ed encomi. Dieci anni fa si trova a lavorare su alcuni omicidi legati al mercato della droga sul litorale. Tra questi spicca quello di Paolo Frau, freddato a Ostia con tre proiettili calibro 38. Pascale e i suoi uomini rivoltano Roma come un calzino. Due boss vengono localizzati in Sud America. Siamo a un punto di svolta. Poi accade qualcosa. Le indagini vengono «declassificate» a sfruttamento della prostituzione minorile. I suoi colleghi della sezione investigativa di Fiumicino finiscono sotto inchiesta a seguito di alcune lettere anonime. A Pascale viene diagnosticata una sindrome vertiginosa. Tutto ad un tratto è considerato inabile al servizio. Deve riconsegnare la pistola. Così decide di restituire il distintivo e chiede il prepensionamento. Eppure tanto «inabile» non è dal momento che un mese dopo si sottopone a una nuova visita per il porto d'armi. Ed ecco la sorpresa: da inabile ritorna abile. «È stato un modo elegante per togliermi di scena», dice oggi. Le sue intuizioni del 2003 sono state confermate, l'operazione Alba Nuova che ha assetato un colpo mortale alla mafia sul litorale ne è stata la prova. Oggi Pascale è fuori dalla polizia ma continua a dare il suo contributo nella lotta alla criminalità. Seguendo l'insegnamento di Serpico: «Non abbassare mai la guardia contro le mele marce».

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