Parmitano: felice di essere sulla Terra, uno shock la gravità
«Sento tutti i miei 80 chili addosso. Mi sembra di camminare con me stesso sulle spalle». L’assenza di gravità è una delle cose che manca di più dello spazio all’astronauta Luca Parmitano, rientrato lunedì notte dopo 166 giorni sulla Stazione spaziale internazionale. L’astronauta italiano dell’Esa (European space agency) e pilota sperimentatore dell’Aeronautica Militare era partito lo scorso 28 maggio dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, per la Missione Volare, la prima di lunga durata dell’Asi (Agenzia spaziale italiana), insieme al cosmonauta russo Fyodor Yurchikhin e alla statunitense Karen Nyberg. A due giorni dal rientro sulla Terra, «Il Tempo» ha partecipato alla video intervista a Parmitano che ora si trova a Houston per affrontare la riabilitazione post-flight. Quando era nello spazio ci disse che sentiva la mancanza di un bel caffè espresso. Ora che è tornato sulla Terra, cosa le manca di lassù? «L’assenza di gravità. È stato uno shock rientrare. Sento tutti i miei 80 chili sulle spalle». Oltre al caffè, quale cibo le è mancato di più? «La pizza e la frutta fresca. Ma sono le prime cose che ho mangiato quando sono arrivato sulla Terra». Com’è stato rivedere la sua famiglia? «Una gioia inesprimibile. Mia moglie è salita a salutarmi sull’aereo, mentre le mie due bambine di 4 e 7 anni dormivano. Sono andato a svegliarle. L'espressione che ho visto nei loro occhi resterà con me per il resto della vita. Sembrava come se stessero continuando a sognare». Quali sono le parole che ha detto, invece, a sua madre per telefono? «Che stavo bene e che era andato tutto bene». Ora come si sente? «A parte il peso, molto in forma. Qui a Houston ho iniziato i primi test post-flight. Mi hanno fatto dei prelievi e ho anche affrontato una simulazione di volo per portare a terra un aereo». Quali consigli darà a Samantha Cristoforetti, la prossima astronauta italiana a partire per lo spazio? «Cercherò di condividere con lei faccia a faccia molti aspetti della missione». Dallo spazio com’è stato vedere l’Italia e la sua città natale Catania? «La Sicilia è stata una delle prime cose che ho visto. Ed è stata una sorpresa riconoscere Catania. L’Italia è piccola geograficamente da lassù, ma è sempre visibile di giorno e di notte. Non esiste Nord, né Sud, ma solo una grande armonia». Nei sei mesi di missione ha pubblicato su Twitter molte foto di ciò che vedeva dalla Stazione spaziale... «Ho pensato fosse giusto condividere con altri il privilegio di essere nello spazio». Le è già capitato di guardare verso il cielo e ripensare alla sua esperienza? «Penso ai miei colleghi che sono rimasti, ma non di levare lo sguardo in alto. Questa mattina mi sono alzato presto e ho riscoperto l’alba dalla Terra, molto diversa dalle sedici albe alla quali assistevo ogni giorno dalla stazione spaziale». Ripartirebbe subito? «Immediatamente. Vivere nello spazio è meraviglioso».