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Il Papa: «Potenze demoniache impotenti davanti alla fede»

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L'omelia di Francesco a S. Pietro durante la Messa di suffragio per i cardinali e i vescovi morti nell'ultimo anno: "I nostri cari defunti sono nelle mani di Dio"

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Nel mese tradizionalmente dedicato in maniera speciale alla preghiera per i defunti, Papa Francesco ha celebrato oggi nella basilica di S. Pietro la Messa in suffragio dei cardinali e dei vescovi morti nell'ultimo anno. «Ogni volta che ci troviamo di fronte alla morte di una persona cara o che abbiamo conosciuto bene, sorge in noi la domanda: che cosa ne sarà della sua vita, del suo lavoro, del suo servizio nella Chiesa?. Il Libro della Sapienza ci ha risposto: essi sono nelle mani di Dio!» ha detto il Pontefice nell'omelia. «La mano - ha proseguito - è segno di accoglienza e di protezione, è segno di un rapporto personale di rispetto e di fedeltà: dare la mano, stringere la mano. Ecco, questi pastori zelanti che hanno dedicato la loro vita al servizio dei Dio e dei fratelli, sono nelle mani di Dio». Sono 9 i cardinali morti nel 2013, di cui 4 deceduti sotto il pontificato di Benedetto XVI e 5 sotto quello di Francesco. Il libretto liturgico pubblica l'elenco di 136 arcivescovi e vescovi deceduti da ottobre dello scorso anno; mancano invece i 3 deceduti in questi ultimi giorni. «Vogliamo ricordare così i nostri fratelli cardinali e vescovi defunti. Uomini dediti alla loro vocazione e al loro servizio alla Chiesa, che hanno amato come si ama una sposa. Tutto di loro è ben custodito e non sarà corroso dalla morte - ha detto ancora il Papa riferendosi ai presuli scomparsi - Sono nelle mani di Dio tutti i loro giorni intessuti di gioie e di sofferenze, di speranze e di fatiche, di fedeltà al Vangelo e di passione per la salvezza spirituale e materiale del gregge loro affidato». Anche «i nostri peccati sono nelle mani di Dio; quelle mani sono misericordiose, mani "piagate" d'amore. Gesù ha voluto conservare le piaghe nelle sue mani per farci sentire la sua misericordia. Questa realtà, piena di speranza, è la prospettiva della risurrezione finale, della vita eterna, alla quale sono destinati i giusti, coloro che accolgono la Parola di Dio e sono docili al suo Spirito». Anche se «tutta la nostra esistenza è circondata da minacce, nulla potrà mai separarci dall'amore che Cristo stesso meritò per noi, donandosi totalmente - ha aggiunto il Papa - Anche le potenze demoniache, ostili all'uomo, si arrestano impotenti di fronte all'intima unione d'amore tra Gesù e chi lo accoglie con fede. Questa realtà dell'amore fedele che Dio ha per ciascuno di noi ci aiuta ad affrontare con serenità e forza il cammino di ogni giorno, che a volte è spedito, a volte invece è lento e faticoso. Solo il peccato dell'uomo può interrompere questo legame; ma anche in questo caso Dio lo cercherà sempre, lo rincorrerà per ristabilire con lui un'unione che perdura anche dopo la morte, anzi, un'unione che nell'incontro finale con il Padre raggiunge il suo culmine».

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