
In cinquemila all'incontro con il «Padre»

Il grande raduno delle famiglie di tutto il mondo intorno a Papa Francesco è stato preceduto da un incontro delle famiglie romane con il prelato dell'Opus Dei mons. Javier Echevarria. Un incontro,...
Il grande raduno delle famiglie di tutto il mondo intorno a Papa Francesco è stato preceduto da un incontro delle famiglie romane con il prelato dell'Opus Dei mons. Javier Echevarria. Un incontro, come ha ricordato lo stesso «Padre» (così è abitualmente chiamato dai membri dell'Opera), dal sapore familiare, nonostante nel Gran Teatro a Saxa Rubra fossero presenti non meno di 5.000 persone che fanno parte della Prelatura o sono in contatto con il lavoro apostolico dei suoi membri. Un'ora di colloquio che ha ricalcato gli stessi incontri che il fondatore dell'Opus Dei, San Josemarìa Escrivà, tenne in vari Paesi negli ultimi anni della sua vita. Rispondendo ad alcune domande, mons. Echevarrìa ha ricordato ai coniugi che il matrimonio «non è un cammino per chi non è capace di seguire Dio più da vicino» o un «rimedio per la sensualità, no: è un cammino vocazionale», «comunione di spirito e di affetto». Un autentico cammino verso la santità: «Quando dici "ti amo" a tua moglie o a tuo marito - ha spiegato - lo dici in qualche modo anche al Signore: ringraziate Dio per il vostro matrimonio ogni giorno». E ha invitato a chiedersi quotidianamente «Cosa ho fatto per mia moglie o per mio marito?», spronando le coppie a una vera e propria gara di generosità, a spendersi l'uno per l'altra: «Così - ha aggiunto - sarete famiglie felicissime. Non mancheranno i momenti di dolore, di sacrificio, di stanchezza, ma sarete felici se avrete speso la vostra vita pensando agli altri». E in quegli «altri», sono comprese anche quelle famiglie in difficoltà che hanno bisogno del sostegno della preghiera, della comprensione e dell'esempio. Quanto alla possibile vocazione religiosa dei figli, mons. Echevarrìa ha ricordato che «davanti a Dio nessuno è una "mezza cartuccia": siamo tutti figli amatissimi. Voi genitori non reagite con disgusto. Dovete essere orgogliosissimi, perché Dio li sceglie per fare un lavoro di corredenzione e si fida di voi».
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