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È «sboom» delle sigarette elettroniche

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Non tirano più: chiusure a ripetizione delle rivendite

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Lo scorso Natale avevano conquistato a buon diritto lo scettro di regalo più diffuso per i fumatori, ma a meno di un anno di distanza le sigarette elettroniche sembrano aver perso molto appeal e, stando a quanto rivelato da Immobiliare.it, principale sito italiano di annunci di settore, da qualche mese si moltiplicano le vendite online dei negozi sorti sulla scia del successo delle bionde elettroniche. Di certo a influire sulle molte chiusure anche i cambiamenti normativi volti ad equiparare le sigarette elettroniche a quelle tradizionali: dal primo gennaio 2014 verrà applicata una tassa di consumo pari al 58,5%, la commercializzazione sarà soggetta all'autorizzazione dei Monopoli di Stato e i rivenditori dovranno rispettare gli stessi requisiti previsti per la gestione delle tabaccherie. Il prodotto sembra passato di moda, i vincoli tecnici si fanno più stringenti - senza contare che le e-cig sono state vietate ai minorenni - e chi teme di non riuscire a portare avanti l'attività con questi requisiti mette in vendita prima che sia troppo tardi. Come per le aperture di queste attività, anche per quanto riguarda la loro chiusura non sembrano emergere particolari distinzioni geografiche e il business affanna a Nord come a Sud. C'è chi vende l'intero negozio, chi la sola licenza, chi la merce e gli arredi sperando che qualche altro intraprendente decida di tentare la fortuna al suo posto. Mediamente il prezzo di cessione della licenza e del magazzino oscilla fra i 10 mila e i 20 mila euro, ma a questi costi vanno sovente aggiunti l'affitto del locale dedicato all'attività (circa 1.000 euro al mese in media) e i costi di subentro nel contratto di affiliazione che si è obbligati a sottoscrivere in caso di acquisto. «Col senno di poi - dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it - quello dei negozi di sigarette elettroniche è stato un boom eccessivo. Fra novembre 2012 e i primi mesi del 2013 le nostre città hanno visto l'apertura di centinaia di punti vendita: troppi per soddisfare una richiesta ancora acerba». Il mercato delle e-cig potrebbe, in realtà, avviarsi ad un riequilibrio, il che darebbe una boccata di ossigeno ai molti piccoli imprenditori che hanno abbracciato questo business.

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