Riforma della Curia: si riunisce il Consiglio dei cardinali
Il Papa ha istituzionalizzato il gruppo presieduto dall'arcivescovo Maradiaga. I lavori dureranno tre giorni. Comincia una fase consultiva e per ora non sono previste novità rivoluzionarie
Papa Francesco ha istituzionalizzato quello che fino ad oggi era un «semplice» gruppo di cardinali configurandolo come un Consiglio «con il compito di aiutarmi nel governo della Chiesa universale e di studiare un progetto di revisione della Costituzione apostolica Pastor Bonus sulla Curia romana». L'atto ufficiale che sancisce l'istituzione del Consiglio, senza alcuna scadenza del mandato, è un chirografo firmato sabato. Per ora sarà costituito da otto cardinali più un segretario, quelli nominati il 13 aprile scorso, ma «rispetto al numero dei componenti - scrive il Pontefice - mi riservo di configurarlo nel modo che risulterà più adeguato». Anche le consultazioni potranno avvenire collettivamente o singolarmente «sulle questioni che di volta in volta riterrò degne di attenzione». «Si tratta di un ulteriore strumento che arricchisce il governo della Chiesa di una nuova modalità di consultazione» ha spiegato in un briefing il direttore della sala stampa vaticana padre Lombardi. Un organo che avrà compiti esclusivamente consultivi e propositivi, non decisionali, e che affianca le riunioni del Pontefice con i capi dei dicasteri della Curia come anche le commissioni incaricate di esaminare gli aspetti economici e amministrativi della S. Sede. Sarà sempre il Papa a prendere le decisioni ma il metodo di governo di Francesco si esplicita con una collegialità più evidente, frutto delle indicazioni emerse nelle congregazioni preconclave. «Direi - ha spiegato padre Lombardi - che le parole chiave in questo senso sono sinodalità, nel senso di una Chiesa che cammina insieme nelle sue diverse componenti, e discernimento, con la ricerca della volontà di Dio attraverso frequenti consultazioni». Le riunioni del Consiglio inizieranno domani alle 9.30 nella biblioteca privata della Terza Loggia del Palazzo Apostolico. Vi prenderanno parte solo il Papa, gli otto cardinali e il segretario, il vescovo di Albano mons. Marcello Semeraro. I componenti del Consiglio vengono dai cinque continenti ma si parlerà in italiano. E uno solo è italiano e rappresenta la Curia. Si tratta del card. Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato vaticano. Gli altri sono tutti arcivescovi (uno emerito) di grandi diocesi di tutto il mondo, con una vasta esperienza pastorale. A presiedere il Consiglio è il cardinale Oscar Andrès Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (nella foto). Ci sono poi Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago del Cile ed ex presidente del Consiglio Episcopale Latino Americano; Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay; Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga; Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa; il cappuccino Patrick O'Malley, arcivescovo di Boston; George Pell, arcivescovo di Sidney. Tutti risiedono a S. Marta e su esplicito invito del Papa parteciperanno venerdì al pellegrinaggio ad Assisi. Ma si tratta di una coincidenza. In questa fase non c'è da attendersi novità rivoluzionarie o decisioni operative. «I cardinali hanno raccolto proposte, suggerimenti e documenti nelle rispettive aree - ha spiegato padre Lombardi - Alcuni contributi arrivano direttamente dal Papa, altri dai capi dei dicasteri della Curia, dalla Segreteria di Stato e dal collegio cardinalizio. Senza considerare quelli che porteranno i singoli membri del Consiglio, sono già un'ottantina i documenti arrivati al segretario, sui quali i cardinali hanno cominciato a confrontarsi» tanto che anche oggi pomeriggio è prevista una riunione informale senza il Pontefice. Ampio il ventaglio dei temi da affrontare ma alla fine di questa prima tornata di riunioni, che si concluderanno giovedì, non è prevista la pubblicazione di alcun documento.