E' morto il cardinale Tonini, aveva 99 anni
Con i suoi 99 anni era il più anziano cardinale vivente. Ma non è solo per la sua venerabile età che ricorderemo Ersilio Tonini, spentosi nella notte di sabato a Ravenna. Uomo fra i più rappresentativi ed amati della Chiesa italiana nacque il 20 luglio 1914 nel comune di San Giorgio Piacentino da una famiglia di salariati agricoli. Fu proprio in quella semplicità povera ma dignitosa che Tonini apprese l’arte del comunicare, dote per cui verrà poi conosciuto ed amato. La sua fu un’esistenza straordinaria. Avvicinatosi al sacerdozio a soli 11 anni, Tonini ha condotto la sua vita tra Piacenza, Ravenna e Roma, dove insegnò anche all’Università Lateranense, dividendosi tra vita sacerdotale e giornalismo, le due sue grandi passioni. Un vero «comunicatore di Dio», come lo ha definito la sua biografa Paola Severini in un libro dedicato alla figura del porporato emiliano. Una biografia che parte da un confronto con Giovannino Guareschi, nato in quelle stesse terre emiliane dove Tonini ha vissuto quello che lo scrittore provò in Don Camillo. Ma quella descritta da Severini è anche una persona sempre al passo con i tempi: «È stato il primo cardinale che ha parlato in una discoteca», ad esempio. Poi Severini avanza un accostamento: «Possiamo definirlo un precursore dello stile di Papa Francesco». Singolare fu in proposito la sua visita in Sud America dove già ottantenne si avventurò a cavallo dei lama. Ma altrettanto straordinario fu il colpo di scena che la vita gli riservò proprio in quegli stessi anni. «Anche i giornalisti dovevano avere il loro cardinale». Fu con questa motivazione che Giovanni Paolo II decise nel 1994 di crearlo cardinale. Tonini aveva già compiuto ottant’anni e in caso di Sede Vacante non sarebbe entrato in conclave. Ma Tonini è sempre stato anche un giornalista: «È sicuramente stato il più giornalista dei cardinali italiani», commenta Severini. E che nella sua vita quella professione contasse molto lo dimostrò in quell’occasione speciale, dove è consuetudine esser circondati dai propri cari: «Quando diventò cardinale lui invitò la sua famiglia della stampa. C’era per esempio il suo grande amico Enzo Biagi», racconta la biografa. Fu proprio Biagi a capire le doti comunicative di Tonini: «Questo pretino – disse – in tv funzionerà alla grande». E così fu fin da quando per suo volere commentò sulla prima rete Rai «I Dieci Comandamenti». La prima di una lunga serie di apparizioni televisive che ne faranno un personaggio molto apprezzato sul piccolo schermo. Ma lui che quella scatola magica l’aveva vista nascere sapeva esattamente quanto poteva funzionare ed era molto abile e cauto ad utilizzarla per veicolare le sue riflessioni. «La gente - diceva il cardinale - ha bisogno di vedere preti che ci credono, non preti che insegnano». E dunque, «il prete che parla in tv deve sempre ricordarsi che è un testimone, non un insegnante. Non conta tanto la verità di quel che si dice, ma il come lo si dice, l’atteggiamento, il tono e se quel che racconta riflette la vita». E a Ersilio Tonini apostolo del Signore in Italia rendiamo grazie per avere portato nelle case degli italiani la voce buona e migliore della Chiesa.