Il Papa: «Rinnovare le strutture antiche della Chiesa»
Ultima messa di Papa Francesco alla presenza di gruppi nella Domus Santa Marta prima della pausa estiva. Nell’omelia, come rende noto la Radio Vaticana nel consueto resoconto, il Pontefice ha sottolineato che essere cristiano «non significa fare cose, ma lasciarsi rinnovare dallo Spirito Santo» ed ha aggiunto che, anche nella vita della Chiesa, ci sono «strutture antiche» da rinnovare senza avere paura. Commentando il passo evangelico «Vino nuovo in otri nuovi», Papa Francesco ha messo in evidenza la svolta radicale di Cristo rispetto alla legge: dall’odio al perdono. Un rinnovamento che «è prima di tutto nel nostro cuore. Noi pensiamo che essere cristiani significa fare questo o quest’altro. Ma non è così: significa lasciarsi rinnovare da Gesù in questa nuova vita. Io sono un buon cristiano, tutte le domeniche, dalle 11 a mezzogiorno vado a Messa e faccio questo, faccio questo… Come se fosse una collezione. Ma la vita cristiana non è un collage di cose. È una totalità armonica, armoniosa, e la fa lo Spirito Santo!». Un rinnovamento integrale: «Non si può essere cristiano a pezzi, part-time. Il cristiano part-time non va! Essere cristiano alla fine non significa fare cose, ma lasciarsi rinnovare dallo Spirito Santo o, per usare le parole di Gesù, diventare vino nuovo». Il passaggio da vino all’otre è inevitabile: «Anche nella vita della Chiesa - ha detto il Pontefice - ci sono strutture antiche, strutture caduche: è necessario rinnovarle! E la Chiesa sempre è stata attenta a quello, col dialogo con le culture... Sempre si lascia rinnovare secondo i luoghi, i tempi e le persone. Questo lavoro sempre lo ha fatto la Chiesa! Dal primo momento, ricordiamo la prima lotta teologica: per diventare cristiano è necessario fare tutta la pratica giudaica o no? No! Hanno detto di no! I gentili possono entrare come sono: gentili... Entrare in Chiesa e ricevere il Battesimo». Avanti senza avere «paura della novità del Vangelo! La Chiesa è libera». Oggi pomeriggio, nell’Aula Paolo VI, il Papa incontrerà i circa 6000 rappresentanti di seminaristi, novizi e novizie a Roma per l’Anno della Fede, per i quali celebrerà domani la Messa a S. Pietro. Intanto la Prefettura degli Affari Economici ha pubblicato i bilanci consolidati 2012, presentati nei giorni scorsi ai 15 cardinali, sulle attività caritative della S. Sede. Entrate e uscite ammontano a circa 275 milioni di euro, con un saldo leggermente positivo. «Una realtà molto grande, che - spiega la Radio Vaticana - comprende ad esempio le Pontificie Opere Missionarie, l'Obolo di San Pietro, la Caritas Internationalis, l'Elemosineria Apostolica, la Fondazione "Aiuto alla Chiesa che Soffre" e la ROACO (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali)». Per l'emittente, è interessante osservare che il movimento di denaro è «superiore a quello dello stesso Stato della Città del Vaticano (261 milioni di entrate) o dell'intera Curia (250 milioni di entrate). Ed è importante notare come il 98% delle entrate nel settore della carità derivano dalle donazioni dei fedeli e il 92% delle uscite è destinato alla distribuzione delle stesse donazioni per le finalità a cui sono destinate. Ciò significa che il denaro che entra, esce effettivamente per le attività a sostegno di chi soffre o è in difficoltà e solo in piccolissima parte viene destinato al personale e all'organizzazione».