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Il Papa: «Chiediamo la grazia di essere irreprensibili»

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Francesco ricorda la pazienza di Dio con l'uomo. Ricevuta la delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli: «La ricerca dell'unità dei cristiani è un'urgenza a cui non possiamo sottrarci»

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Improbabile che ci fosse un riferimento diretto alla vicenda di mons. Scarano nelle parole pronunciate questa mattina da Papa Francesco durante l'omelia a S. Marta. Il suo richiamo è senza dubbio diretto più in generale ad ogni cristiano: «Chiediamo questa grazia al Signore - ha detto il Pontefice - camminare sempre nella sua presenza, cercando di essere irreprensibili». Il Papa ha rivolto il pensiero «al mistero della pazienza di Dio, che nel camminare, cammina al nostro passo. Soltanto - ha detto - ci dice quello che ha detto ad Abramo: "Cammina nella mia presenza e sii perfetto", sii irreprensibile, è proprio la parola giusta. Cammina nella mia presenza e cerca di essere irreprensibile. Questo è il cammino col Signore e Lui interviene, ma dobbiamo aspettare, aspettare il momento, camminando sempre alla sua presenza e cercando di essere irreprensibili». Francesco ha ricordato che «Il Signore è coinvolto nella nostra vita, questo è sicuro, anche se tante volte non lo vediamo. E questo ci chiede pazienza. Ma il Signore che cammina con noi, anche Lui ha tanta pazienza con noi. Non esiste - ha ricordato - un protocollo d'azione di Dio nella nostra vita, sceglie sempre il suo modo di entrare nella nostra vita. Tante volte lo fa tanto lentamente, tanto che noi siamo nel rischio di perdere un po' la pazienza». In realtà, ha spiegato, «il Signore prende il suo tempo. Ma anche Lui - ha aggiunto - in questo rapporto con noi, ha tanta pazienza. Non soltanto noi dobbiamo avere pazienza: Lui - ha assicurato Francesco - ne ha! Lui ci aspetta! E ci aspetta fino alla fine della vita! Pensiamo al buon ladrone, proprio alla fine, alla fine, ha riconosciuto Dio. Il Signore cammina con noi, ma tante volte non si fa vedere, come nel caso dei discepoli di Emmaus». Il Papa ha poi ricevuto in Vaticano la delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo. «La ricerca dell'unità tra i cristiani è un'urgenza alla quale, oggi più che mai, non possiamo sottrarci» ha sottolineato Francesco nel suo discorso. «Nel nostro mondo affamato e assetato di verità, di amore, di speranza, di pace e di unità - afferma il Pontefice - è importante, per la nostra stessa testimonianza, poter finalmente annunciare ad una sola voce la lieta notizia del Vangelo. Noi sappiamo bene che l'unità è primariamente un dono di Dio, per il quale dobbiamo incessantemente pregare. Ma a noi tutti spetta il compito di preparare le condizioni e di coltivare il terreno del cuore, affinchè questa straordinaria grazia venga accolta».

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