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Ruby: non mi sono mai prostituita con Berlusconi

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Ruby in aula a Milano per testimoniare

La testimonianza durante il processo che vede imputati Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora

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«Solo coincidenze» le somiglianze tra le sue «bugie» e le testimonianze successive rilasciate da altre ragazze presenti alle cene di Arcore, e una serie di «non ricordo». È il sunto della seconda giornata in Tribunale a Milano per Karima El Mahroug, in arte Ruby, chiamata a testimoniare per il filone del processo che porta il suo nome e vede imputati per induzione alla prostituzione Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. Terminata la fase istruttoria, si torna in aula venerdì prossimo, per la requisitoria dei pm Pietro Forno e Antonio Sangermano. Proprio a loro, che nel pomeriggio hanno concentrato le loro domande sulle divergenze tra i verbali redatti tra luglio e agosto 2010 e le testimonianze odierne, Ruby ha confessato di aver raccontato solo cavolate dicendosi «dispiaciuta» per quanto accaduto. Dunque, nulla sarebbe vero delle ragazze nude nella piscina di Arcore, della madre che l'avrebbe pregata di non frequentare più quei posti e nemmeno della notte di sesso a pagamento con il calciatore Cristiano Ronaldo. A questo proposito, Ruby ha tenuto a precisare: «Se non ho fatto la prostituta con Ronaldo, che era bello, figuriamoci se l'ho fatto con Berlusconi e altri». Tra le domande rivolte alla giovane da Pietro Forno, torna il riferimento al poliziotto Ermes Cafaro che l'ha arrestata per furto la notte del fermo in questura tra il 27 e il 28 maggio 2010. Al pm risulta che Ruby gli abbia proposto un «rapporto sessuale» ma di questo passaggio, che emergerebbe nella telefonata fatta dall'agente in questura quella sera, non si è discusso perchè non è stato trascritto nei verbali a causa dell'audio difettoso. La prima parte della deposizione si è concentrata nuovamente sulla minore età della ragazza e sull'eventualità che Nicole Minetti e Michelle Conceicao - la prostituta con cui viveva - fossero al corrente della sua vera data di nascita. Se Ruby ha escluso che l'ex consigliere regionale potesse esserne al corrente, per Conceicao ha risposto di «sì», salvo poi confondersi sul 'quandò la donna lo avrebbe appreso. Il pm Sangermano, a quel punto, le ha fatto notare che la notte della Questura, Conceicao l'avrebbe definita una 17enne. «Semplice amicizia e conoscenza», invece, i 122 contatti telefonici registrati tra Ruby e Minetti da febbraio a giugno 2010. Altri «non ricordo» sono stati spesi dalla giovane per spiegare ai pm le frequenti telefonate tra lei e Emilio fede nell'aprile del 2010, pur raccontando di aver chiamato l'ex direttore del Tg4 dalla Sicilia per dirgli «sono nel tuo paese» e cioè Barcellona Pozzo di Gotto, piccolo centro in provincia di Messina. A Lele Mora, invece, da cui «più volte sono stata invitata a mangiare», avrebbe dato direttamente il numero di cellulare, scrivendone invece uno non attivo nella scheda di iscrizione alla sua agenzia. L'ex premier Silvio Berlusconi è stato invece citato da Karima per spiegare quale fosse la provenienza di quei 7mila euro in contanti di cui lei aveva denunciato il furto nel maggio del 2010. Arrivavano dalle «serate di Arcore, dove il presidente ci dava queste buste». A Caterina Pasquino, la donna che la denunciò per il furto di 3mila euro la sera del 27 maggio, non avrebbe «mai detto di aver avuto rapporti intimi con Berlusconi». Cosa che, invece, in un primo momento, Pasquino aveva raccontato. Dopo la requisitoria è il turno degli imputati che, si è saputo oggi, hanno deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee.

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