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Una festa comune per cattolici e copti

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Affettuoso incontro tra Papa Francesco e il Patriarca ortodosso di Alessandria Tawadros II. Il Pontefice, invitato in Egitto: «Esiste un ecumenismo della sofferenza»

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«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui» (1Cor 12,26). Questa è una legge della vita cristiana, e in questo senso possiamo dire che esiste anche un ecumenismo della sofferenza: come il sangue dei martiri è stato seme di forza e di fertilità per la Chiesa, così la condivisione delle sofferenze quotidiane può divenire strumento efficace di unità. E ciò è vero, in certo modo, anche nel quadro più ampio della società e dei rapporti tra cristiani e non cristiani: dalla comune sofferenza, possono infatti germogliare, con l'aiuto di Dio, perdono, riconciliazione e pace». Il Papa della Chiesa di Roma e quello dei copti ortodossi si sono incontrati questa mattina in un clima non solo di reciproca stima ma di autentico affetto. E le parole di Francesco, insieme all'abbraccio tra i due pastori, testimoniano quanto siano più le cose concrete che uniscono rispetto alle dispute teologiche che dividono. A distanza di 40 anni esatti (10 maggio 1973) dallo storico incontro tra Paolo VI e Shenouda III, il Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di San Marco Tawadros II è stato ricevuto da Papa Francesco in Vaticano. Un colloquio privato, dopo il breve saluto di ieri, durato circa un quarto d'ora. Dopo lo scambio dei doni - un medaglione con Madonna e Bambino, che il Papa ha subito indossato, e una icona di Cristo Risorto per Francesco, un Codice del vangelo di Marco, l'apostolo primo vescovo di Alessandria, per Tawadros II - il Papa e il Patriarca hanno pregato insieme a lungo nella cappella Redemptoris Mater. «Io sono molto contento», ha detto il Pontefice nell'accogliere il patriarca ortodosso, che ha risposto: «È la mia prima visita dopo l'elezione». Il Pontefice ha ascoltato le litanie orientali per circa 20 minuti. Il Papa copto ha invitato Francesco in Egitto auspicando che «quello di oggi possa essere il primo di una lunga serie di incontri di amore e fratellanza tra le due grandi Chiese. Perciò spero di poter avere presto l'onore della visita di Sua Santità nel mio amato Paese, l'Egitto. E propongo che il 10 maggio di ogni anno si celebri la festa dell'amore fraterno tra la Chiesa cattolica e quella copto ortodossa. Entrambe le Chiese, la cattolica e la copta - ha detto ancora il patriarca di Alessandria - hanno sempre lavorato insieme, nel Medio Oriente e nel mondo occidentale, per far prevalere la pace. L'obiettivo più importante per entrambe è la promozione del dialogo ecumenico al fine di raggiungere la meta più ambita, l'unità».

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