Allarme dell'Upi: «A rischio il prossimo anno scolastico»
Il presidente delle Province Saitta mette in guardia dagli effetti della «spending review» varata dal governo Monti. I tagli previsti per il funzionamento degli istituti ammontano a 400 milioni
L'Unione province italiane lancia l'allarme per il prossimo anno scolastico: «Con i tagli della spending review - spiega il presidente dell'Upi, Antonio Saitta - non penso che saremo in grado di garantire l'apertura di tutte le scuole medie superiori. In particolare, se non ci sarà la possibilità finanziaria di fare in estate i lavori che le procure ci richiedono per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, circa il 7-8% delle scuole non potranno essere aperte». Per effetto della «spending review» varata dal governo Monti, le Province devono far fronte ad un taglio di 1,2 miliardi di euro e «per forza di cose - sostiene Saitta - gli investimenti negli edifici scolastici ne subiscono le conseguenze«. L'insieme delle Province italiane è responsabile per l'operatività e la sicurezza di 5.179 scuole superiori, che ospitano 2.569.031 alunni. In più c'è il Patto di stabilità che blocca gli investimenti dei soldi che gli enti hanno in cassa. L'Upi ha condotto un'indagine: per l'esercizio ordinario (come spese di arredamento o riscaldamento) le province italiane hanno speso nel loro complesso lo scorso anno 1.357 milioni di euro; hanno invece investito (ad esempio per restauri o costruzioni di nuove scuole) solo 340 milioni di euro. «Se si tagliasse quanto chiesto - continua Saitta - le spese per il funzionamento delle scuole sarebbe ridotte di 400 milioni di euro. Gli investimenti in edilizia scolastica previsti per il 2013 scenderebbero da 727 milioni a 212 milioni. Chiediamo due cose. Che si riducano i tagli per il 2013 e che gli investimenti siano scomputati dal calcolo per il patto di stabilità Ci vuole coerenza del governo e di tutta la classe politica. Letta - conclude Saitta - ha detto che ci sarà un piano di edilizia scolastica. Agisca».