Periferie, parola-chiave che conquistò il Conclave
Il discorso di Papa Francesco prima dell'elezione
Uscire dall'autoreferenzialità, uscire da sé stessi, e andare verso le periferie geografiche ed esistenziali. Perché «quando la Chiesa non esce da sé stessa per evangelizzare diventa autoreferenziale e si ammala». Parola di Jorge Mario Bergoglio. Il Papa che non era ancora Papa parlò così in congregazione generale - gli incontri che i cardinali tengono prima del conclave - il 7 di marzo. E fu un discorso che convinse i suoi confratelli cardinali a votarlo. Convinti anche, tra le altre cose, che l'impatto e il carisma del cardinale argentino avrebbero potuto cambiare il volto mediatico di una Chiesa messa in ginocchio dagli scandali, veri o presunti. Il Wall Street Journal racconta questa storia in un e-book dedicato a «Papa Francesco: dalla fine del mondo a Roma». Ma a raccontare questa storia era stato già il cardinale de La Habana (Cuba) Jaime Ortega y Alamino, autorizzato da Papa Francesco a mostrare lo schema - un foglietto di appunti in spagnolo - che Bergoglio aveva preparato per il discorso da tenere in congregazione generale. Il discorso lo pronunciò in italiano. E fu breve, come nello stile di Papa Francesco. Ma fu incisivo. Così, in quattro minuti Jorge Mario Bergoglio conquistò i suoi confratelli cardinali a votarlo. Perché - secondo alcune ricostruzioni - dopo quei quattro minuti di discorso già un buon numero di cardinali entrò in conclave con l'idea di votarlo. O perché - secondo altre - in quel breve discorso si concentrarono tutte le aspettative di un conclave che - raccontano alcune fonti - era rimasto incerto e bloccato fino alla terza votazione, appena prima della pausa di pranzo. Ma in quella votazione, Bergoglio raccolse un gruppo di voti. Nella quarta, Bergoglio - sempre secondo le stesse fonti - ottenne 76 voti, uno in meno di quelli necessari per diventare Papa. E nella quinta votazione, quella decisiva, Bergolio ebbe tra 90 e 100 voti, alcuni dicono addirittura 103. Il Wall Street Journal sostiene che Bergoglio, uno dei favoriti nel Conclave del 2005, non era considerato tra i papabili per la successione a Benedetto XVI. In realtà, anche nel 2005 il nome di Bergoglio non era nelle liste dei papabili, e quando Limes rivelò che invece era stato il secondo più votato nel 2005, molti si sorpresero. «Quando è autoreferenziale - disse Bergoglio ai confratelli - la Chiesa crede senza accorgersi di avere luce propria; smette di essere il mysterium lunae e lascia lo spazio a quel male così grave che è la mondanità spirituale». Chi sarebbe dovuto essere il nuovo Papa? «Un uomo - dice Bergoglio - che, dalla contemplazione di Gesù Cristo e dall'adorazione a Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso le periferie esistenziali, che la aiuti ad essere la madre feconda che vive la dolce e confortante gioia dell'evangelizzazione». Secondo il Wall Street Journal, fu la parola periferia - che in italiano ha anche una forte connotazione socio-economica - a destare l'attenzione dei cardinali tedeschi Reinhard Marx e Walter Kasper e dei sudamericani Jean Luis Cirpiani Thorne e Jaime Lucas Ortega. Questi chiesero a Bergoglio una copia degli appunti. Furono colpiti dalla concretezza del messaggio. Altri interventi si erano concentrati sulla nuova evangelizzazione, ma poca concretezza. Bergoglio invece era concreto. E le sue parole rispondevano anche alla necessità, sentita da tutti i cardinali, di cambiare la narrativa della Chiesa scossa dagli scandali. L'intenzione non era cambiare la dottrina della Chiesa, ma di portare gli insegnamenti della Chiesa nel mondo, con una nuova narrativa meno focalizzata sulle situazioni interne del Vaticano e più centrata sul tema della giustizia sociale.