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Commosso addio al capo della Polizia Manganelli

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I funerali celebrati nella basilica di S. Maria degli Angeli. Il cardinale Vallini «Diceva che le nostre sofferenze sono una scuola per capire le sofferenze degli altri». Il ricordo del presidente del Senato Grasso e del ministro Cancellieri

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Celebrati dal cardinale vicario di Roma nella basilica di S. Maria degli Angeli i funerali del capo della Polizia Antonio Manganelli. «In questi giorni molti hanno ripercorso la sua vita e la sua carriera di responsabilità - ha detto Vallini nell'omelia - L'emozione e il ricordo di tutti ne hanno sottolineato la qualità e l'equilibrio, la promozione del senso dello Stato e l'attenzione alle persone. L'amore al nostro Paese lo esprimeva nella guida della Polizia e nell'affetto per i propri uomini, spesso esposti al pericolo. Permettetemi di ricordare - ha aggiunto il porporato - anche il cammino spirituale di Manganelli, di cui lui mi ha fatto partecipe in diversi incontri. Mi confidava la sua fede essenziale soprattutto nell'affrontare la malattia. "Le nostre sofferenze, diceva, sono per noi una scuola per capire le sofferenze degli altri". Una bella testimonianza di cristiano impegnato nelle istituzioni». Alle esequie hanno partecipato le più alte cariche dello Stato: il presidente del Senato Grasso, il presidente del Consiglio Monti, i ministri Severino, Cancellieri, Di Paola, Passera, Moavero e Riccardi; il sindaco Alemanno, il presidente della Regione Lazio Zingaretti, il segretario del Pdl Alfano e il capogruppo del partito alla Camera, Brunetta, il governatore della Lombardia Maroni, il leader del Pd Bersani oltre a Giuliano Amato e Antonio Ingroia. Ma c'erano anche personaggi della cultura e dello spettacolo, come lo scrittore Saviano, Fabrizio Frizzi e l'attore Sebastiano Somma. Presenti anche i vertici della Polizia, a cominciare dal vice capo vicario Alessandro Marangoni, e i comandanti generali di Carabinieri e Guardia di Finanza, Gallitelli e Capolupo. In prima fila i familiari di Manganelli, la figlia e la moglie Adriana. La basilica era gremita di gente comune che ha apprezzato il lavoro di un autentico servitore dello Stato. «Il nostro è il Dio dei vivi, non dei morti. La Resurrezione è continuare il nostro impegno, cercatori di verità e costruttori di giustizia, per il bene comune»: è stato il saluto di don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera. «Ci mancherai - ha aggiunto don Ciotti con parole calate nel profondo silenzio nella basilica - Uomo mite, Antonio. E mitezza vuol dire forza. Beato Antonio mite: la prima dimensione della giustizia è la prossimità. I sentieri dei giusti vanno sempre percorsi insieme. Continueremo a camminare insieme a te. La nostra missione è quella di continuare il tuo impegno con coerenza, quell'impegno che hai vissuto con generosità e coraggio». Al termine del rito funebre ha preso la parola il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, con la voce rotta dalla commozione: «Antonio aveva un carattere solare, pronto all'amicizia, un uomo che amava la vita. Era un uomo saggio che lavorava per costruire e mai per distruggere, che voleva unire e non dividere, retto e prudente, innamorato della sua professione». «Mai avrei pensato di trovarmi in questa basilica, nella veste di presidente del Senato, per ricordarlo. Per me è stato e sarà sempre un caro e affettuoso amico» ha detto invece Grasso. Un lungo applauso ha accompagnato il feretro, portato a spalla dagli agenti di polizia.

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