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L'India pronta a scaricare Finmeccanica

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Inchiesta sugli appalti internazionali e sulla maxi-commessa da 556 milioni per dodici elicotteri vinta da Agusta Westland. Il ministro della difesa A. K. Antony: «Non vogliamo agire frettolosamente»

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Scandalo Finmeccanica, l'India pronta ad annullare la commessa per l'acquisto di dodici elicotteri se saranno provate le accuse di corruzione. «Se troveremo prova di corruzione, allora metteremo l'impresa sulla lista nera e annulleremo anche il contratto – ha infatti detto ai giornalisti il ministro della difesa indiano A. K. Antony a New Delhi – Non vogliamo agire frettolosamente», ha aggiunto, «ma possiamo recuperare il nostro denaro in qualsiasi momento». L'intesa tra India e Finmeccanica, siglata nel 2010, prevede che la flotta sia interamente consegnata entro il 2014, mentre tre dei dodici elicotteri sono già stati forniti agli indiani. Gli elicotteri dovranno servire per trasportare alte personalità politiche. Il contratto nel 2010 è stato avviato dal premier Manmohan Singh e successivamente esaminato dai ministri della Difesa e delle Finanze. Antony assicura che l'integrità dei ministri è sicura e promette che la magistratura accerterà «ogni stadio» del processo decisionale. «Non possiamo ignorare la corruzione» dice. Nel rapporto dei giudici italiani si fa il nome dell'ex capo dell'aviazione indiana, S. P. Tyagi come di uno dei destinatari delle tangenti. Lui però si difende, sostenendo che si tratta di «accuse totalmente infondate. L'accordo è del 2010, ma io sono andato in pensione nel 2007. Non ho mai trattato gli elicotteri». Tuttavia l'ufficiale indiano ammette che tre suoi cugini sono stati in contatto con Finmeccanica. Il ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid ha detto che il governo è in contatto con l'Italia per avere ulteriori informazioni. Ravi Shankar Prasad, il leader del BJP, il principale partito di opposizione, punta il dito contro il partito di maggioranza del Congresso, definendo l'affare degli elicotteri «l'ennesima truffa», dopo lo scandalo Bofor, che nel 1989 ha provocato la caduta del governo.

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