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Regalate una calcolatrice a Renzi e agli altri bulli

Matteo Renzi e, sullo sfondo, Beppe Grillo

Carlantonio Solimene
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Con il "sistema tedesco" sarà pressoché impossibile creare una maggioranza di governo: i sondaggisti lo hanno ripetuto in tutte le salse. Eppure i leader che si sono accordati per questa soluzione sono convinti del contrario. Renzi, ad esempio, è convinto di poter portare il Pd al 40% dei consensi. E in fondo non ha tutti i torti, perché è al 40% che è arrivato sia quando ha vinto le Europee che quando ha perso il referendum. Grillo è convinto che il MoVimento 5 Stelle sarà primo partito e che possa puntare tranquillamente al 35%. E in fondo non ha tutti i torti, visti i regali all'antipolitica che continuano a fare partiti e partitini. Berlusconi è sicuro che con una campagna elettorale delle sue porterà Forza Italia al 20%. E in fondo non ha tutti i torti, visto che anche prima delle Politiche del 2013 gli azzurri erano dati all'11% e poi arrivarono al 21. Salvini è sicuro che la sua Lega possa arrivare al 15%. E in fondo non ha tutti i torti visto che terrorismo e immigrazione continuano a soffiare nelle vele dei sovranisti. Non dimentichiamo poi che Giorgia Meloni è sicura di superare lo sbarramento del 5%. E d'altronde, brandendo l'arma della sopravvivenza della destra in Parlamento, dovrebbe farcela senza problemi. A sinistra, poi, i vari Pisapia, Bersani, D'Alema, Civati, Vendola ecc vuoi che non riescano a superare il 5%? Specie dopo che Renzi e Berlusconi gli hanno regalato sul piatto d'argento una campagna elettorale contro l'inciucio? E al centro, infine, supereranno di certo il 5% anche Alfano, Quagliariello e gli altri. In fondo in quell'area Monti nel 2013 pescò l'8%, adesso ne basta anche meno. E se scende in campo anche Ciriaco De Mita... Ricapitolando, se si verificasse tutto quello di cui i vari partiti sono sicuri avremmo un campione elettorale pari al 125% (40+35+20+15+5+5+5). E questo senza considerare altri partitini sparsi. In quel 25% in eccesso sta la distanza tra i sogni e la realtà. In quel 25% di troppo sta l'errore che, dopo le elezioni, graverà sulle spalle di Mattarella, costretto a costruire un governo là dove sembrerà essere impossibile. E il conto, c'è da giurarlo, lo pagheranno ancora una volta gli italiani. Allora cosa si fa? Si cerca di riportare con i piedi per terra i vari bulletti della politica impegnati a spararla uno più grossa dell'altro? Basterà regalar loro una calcolatrice prima che sia troppo tardi? Aspettiamo (poco) fiduciosi.

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