SERIE A

Pari col Sassuolo, Lazio in Europa League

Per fortuna è finita. Un pari stentato col Sassuolo penultimo apre le porte all’Europa League a una Lazio sconclusionata fino all’ultimo minuto di una stagione molto al di sotto delle aspettative. Settimo posto blindato e tutti a casa a riflettere sugli errori commessi da parte di società, tecnici e soprattutto giocatori.
</DC>Stadio pieno di entusiasmo per Eriksson e i campioni del Duemila che regalarono alla Lazio il secondo scudetto della storia biancoceleste. Vola Olympia, poi si comincia davanti a 55.000 spettatori che non vedono l’ora di mandare in archivio una stagione deludente soprattutto per le premesse della vigilia. Subito la solita Lazio, compassata, i giocatori camminano sul campo, gioco non si vede, solo tanta confusione con una squadra che in queste ultime dieci partite è un ibrido tra quella sarriana e quella che Tudor sta faticosamente plasmando con concetti tattici stravolti rispetto al passato. Risultato? Un altro primo tempo da dimenticare, due occasioni biancocelesti con Hysaj e Kamada (il portiere Cragno respinge entrambe). Il Sassuolo fa mucchio dietro e come sempre Ballardjni riesce a far giocare peggio del solito l’avversario di turno con 5-3-2 molto bloccato dietro. Ci prova Volpato ma Provedel è pronto poi, per fortuna, si va tutti negli spogliatoi tra i fischi di uno stadio deluso anche pensando a Guendouzi, Luis Alberto, Felipe Anderson in panchina.
Pochi minuti di nulla e primi cambi per provare a dare una scossa a una squadra piatta: dentro Guendouzi e Felipe fuori i mediani Rovella e Vecino con Kamada che arretra la sua posizione. Qualcosa succede o meglio Pellegrini rimedia una punizione che Zaccagni infila in porta con un tiro preciso e angolato. Pochi minuti e vantaggio annullato dal tap-in di Viti in mischia: 1-1 immediato. Entrano anche Immobile, Lazzari e Pedro mentre Ballardini inserisce Tojan, Lauriente e Pinamonti. Si soffre fino all’ultimo, addirittura con la melina finale: 1-1 contro il Sassuolo retrocesso, anche questo devono ingoiare i tifosi della Lazio.
Dopo c’è spazio solo per il giusto saluto a Felipe Anderson che torna in Brasile mentre Luis Alberto rimane in panchina senza nemmeno avere la possibilità di abbracciare per l’ultima volta il suo pubblico.