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Caso Lazio-Sarri, ingiusto attribuire le colpe solo ai senatori

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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È partita la caccia ai franchi tiratori, a quei senatori che hanno tirato indietro la gamba fino a costringere il «santo» Sarri a dare le dimissioni rinunciando a tanti soldi per il bene della Lazio. Ricostruzione parziale e persecutoria per qualche giocatore che ha fatto la storia del club. Per carità, le ultime prestazioni di Immobile e Luis Alberto sono state negative, in generale la loro stagione è deludente ma da qui a farli apparire come degli infidi cospiratori di non si sa bene quale trama malefica ce ne passa. Intanto perché il rapporto che si è deteriorato col passare dei mesi tra il tecnico e il gruppo non può essere responsabilità esclusiva di una parte. Poi, va svelato un particolare: nel primo anno di gestione Sarri, dopo un’iniziale crisi di rigetto, fu proprio Ciro a spingere per la conferma del tecnico toscano. Nessuna fronda concordata, quindi, solo uno spartito che i giocatori non sono più riusciti ad interpretare per colpe loro ma anche di un allenatore che non ha voluto derogare al suo dogma tattico: il 4-3-3. A prescindere dal modulo, i giocatori della Lazio hanno cominciato a perdere certezze oltre che 16 partite su 39 ufficiali. Il tracollo è arrivato puntuale con tutti sul banco degli imputati, la squadra prima di tutto poi un allenatore maestro di calcio sul campo, meno nei rapporti e nel saper creare empatia con i suoi pretoriani. Così come il secondo posto non era solo merito di Sarri ma anche dei giocatori, dodici mesi dopo, i demeriti di un campionato finora fallimentare, vanno equamente divisi. Il ragionamento, è ovvio, prescinde dagli errori commessi dalla società che ha sbagliato il mercato estivo oltre a tante scelte come quella di non correre ai ripari a gennaio. Tant’è, l’importante è restituire la verità ai tifosi che sono inferociti verso i senatori e salvano un tecnico che prenderà lo stipendio fino a giugno e poi volerà a insegnare il suo calcio da qualche altra parte (Premier o Arabia) così come confermato dalle dimissioni veloci di tutto il suo staff (Martusciello escluso) rassicurato per il prossimo futuro. In ogni caso ora tocca solo a Ciro, Luis e tutti gli altri dimostrare sul campo che la loro cilindrata mentale non sia da buttare, così come X e Y non siano tanto peggio di A e B come più volte affermato da Sarri.

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