SERIE A

La Lazio, scrive un finale a lieto fine: quinto posto

Fnisce 3-3, il pari regala un meritato quinto posto che vale la supremazia cittadina per il terzo anno di seguito e certifica la sesta qualificazione in Europa consecutiva. Un pareggio voluto è cercato perché il Verona ha giocato la partita della vita e ha impegnato i biancocelesti fino al fischio finale dell’arbitro. Gol e spettacolo, tutto e bene quel che finisce bene: la Lazio festeggia con i suoi tifosi accorsi in massa allo stadio.
Sarri presenta la migliore Lazio possibile schierando tutti i migliori anche quelli che hanno le valigie già pronte. Strakosha, Luiz Felipe e Cabral in attacco giocano dall’inizio con Pedro che parte in panchina. Tudor si affida al tridente Lasagna-Caprari-Simeone mentre in difesa non c’è Casale oggetto del desiderio biancoceleste ma il giovane Coppola, in porta Berardi al posto di Montipò. Si parte dopo il volo di Olympia con la spinta di 55.000 tifosi ma il Verona fa subito capire che sarà partita vera. In 14 minuti i gialloblù segnano due reti sfruttando le magagne difensive di una Lazio che stenta a trovare le giuste misure. Apre Simeone al quinto gol ai biancocelesti in questa stagione, una tassa con qualsiasi maglia giochi (Strakosha sbaglia i tempi dell’uscita), bis di Lasagna con un tiro imprendibile da fuori area: 0-2 Olimpico sotto choc. Buon per Sarri che Cabral realizza un gol (il primo) fondamentale su assist di Anderson e riapre subito una gara che si stava mettendo malissimo. Intorno alla mezz’ora il pari di Felipe, uno dei pochi a capirci qualcosa in un primo tempo spettacolare, con il Verona indemoniato che crea pericoli ogni azione d’attacco. Nella ripresa subito Kamenovic per lo stralunato Luiz Felipe e soprattutto Pedro al posto di Zaccagni, colpito duro. Lo spagnolo porta avanti la Lazio, il Verona cresce e trova il pari con Hongla (poco prima era entrato anche Leiva) con tanto di protesta per un presunto fallo su Kamenovic. Sarri inserisce anche Romero, si soffre fino all’ultimo ma alla fine esce il pareggio sperato e la festa può cominciare.
Ora vacanze e tanto mercato. Appuntamento ai primi di luglio col ritiro che scatterà il 6 sempre ad Auronzo di Cadore come accade ormai da quindici anni. C’è una squadra da rifondare, tanti acquisti da fare per Sarri ma saranno fondamentali gli investimenti di una proprietà che negli ultimi anni ha lavorato bene e ora di trova dinnanzi a un bivio decisivo. Per crescere, oltre che idee giuste, servono soldi: bisogna puntare alla Champions, i laziali si meritano di più, lo hanno dimostrato ieri sera.