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Lazio, ora Lotito vuole salvare il Flaminio

Apertura del presidente biancoceleste per lo storico impianto sotto alla collina dei Parioli

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Ormai è un covo di senzatetto ma ora c’è una speranza di salvare lo stadio Flaminio. Il degrado si è impossessato di quello che nel 1957 era stato uno dei capolavori dell’architetto Nervi, un piccolo stadio da 30.000 posti nel cuore di Roma. Il 2 febbraio 2018 quando fu trovato un barbone morto, si è gridato allo scandalo senza trovare soluzioni: tante iniziative cadute nel vuoto, dal disimpegno della Federazione Rugby che lo aveva utilizzato per i primi vagiti del Sei nazioni, al tentativo naufragato di affidarlo alla Federcalcio. Progettato dall'architetto Antonio Nervi con la collaborazione del padre Pier Luigi, fu realizzato tra il 1957 e il 1958 e vide la sua inaugurazione il 19 marzo 1959. Costruito sull'area del preesistente stadio Nazionale, demolito nel 1957, lo stadio Flaminio fu destinato a ospitare gli incontri del torneo olimpico di calcio del 1960.. Poi, tante partite estive di Lazio e Roma, qualche campionato di B dei biancocelesti fino alla stagione 1989-90 quando, per i lavori all’Olimpico, le due squadre romane giocarono l’intera stagione di A. La Lazio, nonostante varie raccolte firme dei tifosi, è sempre stata tiepida. Durante la gestione Cragnotti il progetto fu abortito per la presenza di una tomba romana sotto il terreno di gioco che avrebbe impedito di scavare di dieci metri in modo da aumentare la capienza, poi Lotito ha sempre declinato ogni interesse fino alle dichiarazioni di martedì:"Per il Flaminio bisognerebbe incontrarsi a tavolino e programmare, valutare insieme alcuni temi e poi vedere. Quello stadio non è a norma Uefa ma la sindaca Raggi, come me, è una persona aperta, quindi vedremo insieme. Noi siamo a disposizione. Vorrei uno stadio che sia un punto di ritrovo e motivo di orgoglio per i laziali".
Tre i nodi principali: la copertura necessaria per ottenere il pass Uefa, i parcheggi che con la costruzione dell’Auditorium si sono ridotti, infine i vincoli ambientali oltre quelli degli eredi Nervi che ieri hanno parlato all’Adn Kronos:  "Lotito ha parlato di una riqualificazione dello stadio Flaminio? Vorrei capire anche io, se ne parla da 40 anni e non succede mai nulla. Il primo progetto di ristrutturazione che presentai è del 1982, poi ne ho fatti di altri. Per Veltroni, Rutelli, Alemanno... Se ne parla  nel concreto nulla, zero ma la speranza c’è sempre".
Poi c’è il problema delle zone prefiltraggio per l’ordine pubblico che di sicuro non è facile gestire in un impianto in mezzo a un quartiere popoloso. È chiaro, comunque, che l’eventuale intervento della Lazio prevederebbe una compensazione immobiliare in altri parti della città. L’idea è regalare ai tifosi uno stadio da 35-38 mila posti, coperto con annesso negozio e museo di tutta la Polisportiva. Per ora è un sogno ma Lotito può trasformarlo in realtà.
 

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