Come è umano Twitter. Così il social prova ad anestetizzare liti e insulti
Il principio è quello di una delle citazioni copia-e-incolla più amate del web: ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla, sii gentile. Già, perché in questi tempi di conflittualità permanente le "conversazioni tossiche" ammorbano sempre di più i social network e qualcuno dalle parti della Silicon Valley prova a metterci un freno senza far scattare necessariamente le tagliole della censura.
Da qualche giorno Twitter sta sperimentando su una platea ristretta di utenti Android in lingua inglese gli «humanization prompts», novità che ha l’obiettivo di «umanizzare» le conversazioni tra utenti. Come funziona? Quando un utente risponde a un tweet (con la funzione reply) o tagga un’altra persona l’app di Twitter mostra loro le cose che hanno in comune come gli account seguiti o gli argomenti su cui manifestano interesse, per far scattare una sorta di empatia subliminale.
A spiegare le motivazioni dietro alla possibile prossima introduzione per tutti gli utenti di Twitter di questi strumenti è la senior product manager Christine Su. «Nella foga del momento le persone possono dimenticare che dietro un account Twitter c’è un altro essere umano. Mostrando ciò che abbiamo in comune, speriamo di ricordare alla gente ciò che ci collega come punto di partenza», ha dichiarato all’edizione americana di Mashable che ha dato la notizia.
Il più politico dei social network prova così a limitare le occasioni di scontro al termine di un anno in cui le divisioni sulla percezione del Covid, la battaglia sul vaccino e la bomba della questione razziale esplosa negli Stati Uniti hanno contribuito a rendere incandescenti i social.
Insomma, è come se l’uccellino azzurro si posasse sulla nostra dashboard per dire: ok, sulla politica non la pensate allo stesso modo, ma lo sapete che tifate per la stessa squadra? Funzionerà?